venerdì 20 marzo 2009

Vietato dimenticare


Come promesso eccovi il "continuo" della storiella sui desaparecidos di circa 2 settimane fa. a voi:

Vietato dimenticare
Tra il marzo e il giugno 1982 l’Argentina si rende protagonista di un’altra triste pagina della sua storia, grazie all’inutile guerra delle Malvinas o Falkland. Alla vigilia della guerra, l'Argentina si trovava nel pieno di una devastante crisi economica e di una contestazione civile su larga scala contro la Giunta militare che governava il Paese. Il governo, guidato dal generale Leopoldo Galtieri, decise di giocare la carta del sentimento patriottico, lanciando quella che considerava una guerra facile e veloce, per reclamare le isole Malvinas da sempre occupate dalla popolazione civile inglese. La convinzione di Galtieri, era che l’Inghilterra mai si sarebbe interessata a due scogli in mezzo all’Atlantico, così la Giunta avrebbe recuperato il consenso perduto a causa delle stragi compiute durante la dittatura. I desaparecidos erano una realtà non più sconosciuta agli occhi della popolazione, che ormai stanca della repressione militare, iniziava a manifestare il proprio dissenso nei confronti del regime ditta toriale. L’incredibile potenza bellica dell’Inghilterra di Margaret Thatcher supportata dal Cile di Pinochet, non fece attendere la sua risposta e annientò l’impreparato esercito argentino, composto per lo più da ragazzi delle regioni subtropicali del centro nord, inesperti e male attrezzati per combattere in una delle zone più fredde del globo. La sconfitta ebbe come conseguenza la fine della dittatura in Argentina e il ritorno ad una democrazia che, seppur precaria, da allora in poi non subì particolari interruzioni. Il nuovo Governo, capeggiato dal radicale Raul Alfonsin, si trovò a dover ricostruire le basi di una nazione distrutta dalla crisi economica, sociale ed istituzionale lasciata in eredità dai militari. Il clima di sollevazione popolare non bastò, però, a tenere a bada le minacce dell’esercito impaurito dalle possibili ripercussioni legali, che anni di stragi avrebbero comportato. Minaccia che sarebbe sfociata in un nuovo colpo di stato se il governo argentino non avesse preso dei provvedimenti in loro tutela. Il risultato di questo perfido gioco sono due leggi che hanno dell’incredibile, la “ley de obediencia debida” e la “ley de punto final”. La prima legge esimeva dalle responsabilità giuridiche i militari torturatori che agirono per imposizione dei vertici militari. Tutto ciò ci porta a pensare che la responsabilità diretta fosse solo nelle mani dei vertici dell’esercito e della giunta dittatoriale, ma a questo punto interviene la seconda legge per esonerare dalle colpe anche quest’ultimi criminali. Una strage impunita fino al 2005, anno della dichiarazione di incostituzionalità di tali provvedimenti, da parte della Corte Suprema Argentina. I desaparecidos continuano a vivere nella memoria della popolazione, ma affinché non restino solo un ricordo, le associazioni delle Madres de Plaza de Mayo e degli H.I.J.O.S. proseguono le loro instancabili ricerche, affinché trenta mila persone riacquistino la loro identità e più di cinquecento ragazzi possano conoscere la triste sorte dei propri genitori e capire con disprezzo che coloro che per più di venti anni hanno chiamato “mamma e papà” erano in verità gli aguzzini dei propri genitori biologici.
Il ricordo è sempre vivo.
Gli assassini devono pagare.
La dignità di un popolo non si vende, si difende.

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