martedì 30 giugno 2009

Pecora Nera Numero 12

Eccoci di nuovo qua, dopo un pò di assenza dovuta agli esami e alla poca attività che in questo periodo il collettivo sta facendo...tra questa continua ad andare avanti il giornalino, anche se solo mensilmente durante i mesi estivi...
Questo numero di Pecora Nera non verrà stampato, per questo potrete trovare all'interno numerose foto a colori, ma verrà solo distribuito a tutti i contatti in nostro possesso.
Un saluto a tutti!

SCARICA PECORA NERA NUMERO 12

venerdì 12 giugno 2009

Arrivano le ronde nere

Da peacereporter.net:

Quest'estate, salvo imprevisti, i volontari della Guardia Nazionale Italiana (Gni) dovrebbero iniziare a pattugliare le strade delle città italiane in applicazione del disegno di legge sulla sicurezza del governo Berlusconi (approvato dalla Camera lo scorso 14 maggio, ora all'esame del Senato) che all'articolo 3 (commi 40-44) prevede il concorso di "associazioni di cittadini non armati" al presidio del territorio (le cosiddette ronde).
Sono ex appartenenti alle forze armate e alle forze dell'ordine e normali cittadini "patrioti e nazionalisti" pronti a "servire la nostra terra e il popolo italiano" svolgendo attività di vigilanza "per potenziare la sicurezza nei centri urbani" ma anche di "protezione civile" e di "promozione e divulgazione della storia, delle lingue e delle tradizioni Italiane con particolare riferimento all'Impero Romano".
Hanno un Comandante Generale, il colonnello dei carabinieri in congedo Augusto Calzetta, di Massa Carrara, e un Presidente Nazionale, il giovane ex alpino Maurizio Correnti, di Torino (città in cui si trova anche la loro sede nazionale: le sedi operative sono, per ora, a Sarzana, Reggio Calabria e Siracusa).
Indossano una divisa: camicia grigia (inizialmente era prevista kaki) con cinturone e spallaccio neri, cravatta nera, pantaloni grigi con banda nera laterale nera, basco o kepì grigio con il simbolo della Gni: l'aquila imperiale romana.
Il loro equipaggiamento completo prevede elmetto, anfibi neri, guanti di pelle e una grossa torcia elettrica di metallo nero.
Al braccio portano una fascia nera con la "ruota solare", simbolo del Partito Nazionalista Italiano (Pni): la nascente formazione politica che sta dietro alla Gni.
Anche i membri del Pni avranno un'uniforme: la stessa della Guardia Nazionale Italiana. Il programma politico del Pni, di stampo statalista e collettivista, prevede tra l'altro la pena di morte per "gli usurai, i profittatori e i politicanti", la lotta "contro il parlamentarismo corruttore" e la creazione di "un forte potere centrale dello Stato" e di "camere sindacali e professionali", il diritto di cittadinanza e l'accesso alle cariche pubbliche "solo per chi sia di sangue italiano", lo stop a "ogni nuova immigrazione di non-italiani" e l'immediata espulsione forzata di "tutti i non-italiani che sono immigrati in Italia dopo il 31 dicembre 1977", il divieto di pubblicazione di "giornali che contrastano con l'interesse della comunità" e l'abolizione di tutte le organizzazioni e istituzioni "che esercitano un influsso disgregatore sulla nostra vita nazionale".
I paramilitari del colonnello Calzetta e le camicie grigie del Pni debutteranno ufficialmente il 13 giugno a Milano, al numero 5 di via Chiaravalle, angolo via Larga, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano - Destra Nazionale di Gaetano Saya, che nella sua pagina internet personale si dichiara "l'ispiratore politico" della Guardia Nazionale Italiana".
Estimatore di Berlusconi e acerrimo nemico di Fini, Saya, che dopo il recente scioglimento di Alleanza Nazionale è rimasto l'unico depositario del simbolo dell'Msi di Almirante, è l'ex agente segreto della Nato ed ex 'gladiatore' legato al Sismi, che già nel 2003 provò a creare un gruppo paramilitare di 'camice grigie' (i Reparti di Protezione Nazionale) e che nel 2005 venne arrestato per l'oscura vicenda dei ‘servizi paralleli' (il Dssa, Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo, diretto da Gaetano Saya e Riccardo Sindoca): una "banda di pataccari" secondo l'allora ministro degli Interni Pisanu, che però risultò avere rapporti con i vertici degli apparati di sicurezza dello Stato, in particolare con i servizi segreti militari.
PeaceReporter ha intervistato Gaetano Saya per capire qualcosa di più sulla Guardia Nazionale Italiana e sul Partito Nazionalista Italiano. Ecco cosa ci ha detto.

Saya, una breve digressione prima di cominciare: com'è finita la storia del Dssa?

L'inchiesta contro di me fu avviata per gettare fumo negli occhi, per sviare l'attenzione dai veri servizi deviati, quelli che facevano e fanno tuttora capo a Marco Mancini, l'allora dirigente del controspionaggio del Sismi. Proprio nei giorni del mio arresto, nel luglio 2005, Mancini e soci stavano rischiando grosso per la vicenda del rapimento di Abu Omar: erano i giorni in cui il capocentro della Cia a Milano, Robert Seldon Lady, lasciava precipitosamente il territorio nazionale per sfuggire alla giustizia italiana.
Io e la Dssa siamo stati usati come capro espiatorio, sono stato vittima di una trappola, una cospirazione orchestrata dagli agenti deviati di Mancini, come il giornalista Renato Farina, l'agente ‘Betulla', che su Libero scrisse che io e la Dssa eravamo coinvolti nel rapimento di Omar.
Dopo che, nel 2006, Mancini, Pollari, Pio Pompa, Tavaroli e Cirpiani sono finiti nei guai per il caso Abu Omar e per lo scandalo Telecom-Sismi, la persecuzione contro di me non serviva più e quindi è finita nel nulla. Salvo scoprire, proprio pochi giorni fa, che la Procura di Genova ha chiesto la riapertura del caso. Stavolta questi magistrati e poliziotti eversori, legati ai servizi deviati di cui sopra e appoggiati dalla sinistra, ma anche da Gianfranco Fini, vogliono colpire me per colpire il governo Berlusconi. Ci ha già provato, senza riuscirci, la Procura di Torino, cercando di criminalizzare la Guardia Nazionale Italiana per far naufragare il decreto sicurezza del governo: pochi giorni prima della sua approvazione alla Camera, la Digos di Cuneo è andata a casa mio figlio Dario accusandolo di far parte della Gni e di detenere illegalmente armi. Speravano di scatenare un putiferio. Ma le armi erano tutte regolarmente detenute, inoltre mio figlio non ha nulla a che fare con la Guardia Nazionale Italiana. Adesso, dopo questo buco nell'acqua della Procura di Torino, torna alla carica quella di Genova con la Dssa...

Saya, veniamo alla Guardia Nazionale Italiana. Sembra tanto un gruppo paramilitare fascista: le divise, i riferimenti al patriottismo, l'aquila imperiale romana...

Queste sono tutte stupidaggini! La Guardia Nazionale Italiana non c'entra niente con il fascismo. Io stesso non sono fascista. Sono di destra, sono un conservatore, un nazionalista: chiamatemi come volete, ma non sono fascista. Se fossi vissuto nel 1943 e avessi visto i fascisti che rastrellavano e fucilavano dei cittadini italiani mi sarei ribellato. Ho appena visto al cinema il film ‘Vincere', che dà una visione molto negativa di Mussolini e del fascismo, e le posso dire che mi è piaciuto molto. Io mi considero un cittadino fedele, un difensore della Costituzione del 1948, sulla quale ogni membro della Guardia Nazionale Italiana dovrà giurare. Io ho sempre avuto ottimi rapporti con il governo d'Israele e i suoi servizi segreti: pensa che se fossi fascista gli israeliani lavorerebbero con me? Sulle divise, sa che le dico? Se devono suscitare tutto ‘sto clamore, vorrà dire che magari le cambieremo (dopo quest'intervista, la camicia kaki ha lasciato il posto alla camicia grigia, n.d.r.). L'aquila imperiale romana? Bisogna essere ignoranti per non sapere che è un simbolo storico della nostra patria, visibile su tanti monumenti di Roma, e che non c'entra nulla con il fascismo.
La Guardia Nazionale Italiana è un'associazione apolitica nella quale può entrare chiunque si riconosca in questa iniziativa: si figuri che hanno aderito perfino dei comunisti, persone di Massa Carrara.

Stento a crederlo. La nostra Costituzione repubblicana si fonda sull'antifascismo, ma sul gruppo Facebook della Guardia Nazionale Italiana, il Presidente Nazionale, Maurizio Correnti, scrive ai sostenitori: "Si prega di astenersi con lo scrivere ‘camerati' ecc ecc, comunque frasi e slogan tipici di altri tempi. Con questo - precisa Correnti - non vogliamo assolutamente dichiararci antifascisti, sia ben chiaro". C'è qualcosa che non torna...

Questo lo ha scritto lui, ognuno è libero di scrivere ciò che pensa. Nella Guardia Nazionale Italiana ci sono fascisti e non fascisti.

Questo, però, lo ha scritto lei, sulla sua pagina Internet personale, lo scorso febbraio, alla vigilia della creazione della Guardia Nazionale Italiana. Cito testualmente: "Migliaia di prostitute straniere schedate e non espulse. Migliaia di zingari che commettono furti nella totale impunità. Milioni di clandestini che si aggirano impunemente nelle città. Migliaia di stranieri che spacciano, rubano, stuprano, uccidono. Un aumento dell'80 percento di scioperi e di occupazione di uffici pubblici e privati. Centinaia di assalti armati contro la proprietà privata commessi da stranieri. Attentati contro la proprietà dello Stato. Gruppi di giovani sovversivi che agiscono al di fuori dei limiti parlamentari. Deputati e Senatori della Repubblica che istigano all'insurrezione armata contro i poteri dello Stato, un ministro dell'Interno dichiaratamente secessionista. Un numero indescrivibile di riviste e programmi televisivi politici che invitano alla rivolta. Giullari e saltimbanchi che oltraggiano e vilipendono i Ministri e il Governo. L'uso della libertà minaccia da tutte le parti i poteri e le autorità costituite. (...) Il popolo è minorenne, la Nazione malata; ad altri aspetta il compito di curare e di educare. A noi il dovere di reprimere, la repressione è il nostro credo. Repressione e Civiltà". E ancora: "Noi vogliamo ripulire l'Italia dal marcio che vi si annida, vogliamo riportare una ferrea disciplina in tutta la Nazione". "La Destra snuda la sua spada per tagliare i troppi nodi di Gordio, che irretiscono e intristiscono la vita Italiana. Chiamiamo Iddio sommo e lo Spirito immortale delle migliaia di morti a testimoni che un solo impulso ci spinge, una sola volontà ci raccoglie, un solo pensiero ci infiamma: contribuire alla grandezza e alla salvezza della Patria. Uomini della Destra di tutta Italia, tendete gli spiriti e le forze, bisogna vincere e con l'aiuto di Dio vinceremo!!!".

Ma questi sono solo degli slogan, che faccio un po' qua e un po' là! Allora, chiariamo una cosa: gli immigrati sono l'ultimo dei problemi. Non sono loro il nostro obiettivo. Se proprio vuole saperla tutta, per noi il vero pericolo per l'Italia è rappresentato dai secessionisti della Lega Nord. Loro sì che sono contro la Costituzione! Loro che vogliono distruggere la nostra unità nazionale, che offendono continuamente i simboli della nostra patria, che creano impunemente governi provvisori secessionisti e arruolano gente nella formazione anticostituzionale della Guardia Nazionale Padana. E' questa gente che dovrà fare i conti con la nostra Guardia Nazionale Italiana: se vedremo un leghista che brucia un tricolore lo faremo arrestare! Che la Lega stia attenta a dove va. E' per contrastare la Lega Nord che alle prossime elezioni ci presenteremo al nord con il Partito Nazionalista Italiano.

Quello che per simbolo ha lo schwarze sonne, il sole nero utilizzato da tanti gruppi neo-nazisti? Quella specie di svastica a dodici braccia, antico simbolo pagano germanico, che adorna il pavimento della sala principale del castello di Wewelsburg, il quartier generale delle Ss?

Non diciamo sciocchezze! La ruota solare non ha nessun legame provato con il nazismo, tant'è vero che in Germania essa non è vietata, come lo è invece la svastica, e viene liberamente utilizzata come logo commerciale. Questo simbolo, di cui io detengo la proprietà in Italia, è in realtà un simbolo magico dei Maya che evoca il potere...

Scusi se la interrompo, ma come appassionato di cultura Maya e mesoamericana le posso garantire che nel simbolismo di quel popolo non c'è traccia di qualcosa di simile.

Ma come no! Faccia una ricerca su Google con le parole ‘terra cava'!

Torniamo al Partito Nazionalista Italiano: ce ne può parlare? Abbiamo capito, dal simbolo e dalle divise comuni, che è legato alla Guardia Nazionale Italiana. Ma in che relazione sta con lei e con il suo Msi?

Il Partito Nazionalista Italiano, Pni, nascerà ufficialmente a Milano il prossimo 13 giugno, in occasione del congresso nazionale del Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale. Quel giorno, io lascerò la presidenza dell'Msi-Destra Nazionale a mia moglie, Maria Antonietta Cannizzaro, che è in ottimi rapporti con il capo del governo. Il sottoscritto diventerà quindi presidente del nuovo Partito Nazionalista Italiano, che alle prossime elezioni politiche nazionali si presenterà nelle regioni settentrionali, dove la fiamma tricolore non tira molto, per contrapporre al nazionalismo padano il nazionalismo italiano. Nelle regioni centrali e meridionali, invece, si presenterà l'Msi-Destra Nazionale con il suo simbolo storico. Entrambi, spero, come alleati del Pdl di Berlusconi: se poi qualcuno ce lo impedirà, correremo da soli.

Saya, è vero che già duemila persone si sono iscritte alla Guardia Nazionale Italiana?

Abbiamo superato ampiamente le duemila adesioni. Ogni giorno ne arriva una valanga di nuove, soprattutto ex appartenenti alle forze dell'ordine. La invito al congresso del 13 giugno, al quale abbiamo invitato anche il presidente Berlusconi, così si renderà conto con i suoi occhi: noi non abbiamo nulla da nascondere.

Enrico Piovesana

venerdì 5 giugno 2009

Striscia di Gaza: minacce e terrore dal cielo

da guerrillaradio.iobloggo.com
31/05/2009

Lunedì 25 maggio aerei da guerra israeliani hanno fatto cadere sopra Gaza migliaia di questi volantini:


Traduzione:

“Alla popolazione di Gaza,

le Forze di Difesa Isrealiane vi avvertono ancora che è proibito avvicinarsi a meno di trecento metri dal confine, e chiunque cercherà di avvicinarsi porrà se stesso in pericolo. L’esercito israeliano utilizzerà le procedure adatte per farlo allontanare compreso sparare se sarà nesessario.



Questa è una promessa,

chi è stato avvertito non trovi scuse!”



Una promessa per nuovi omicidi e annessione di territorio.

Premesso che il solo lancio di questi volantini è più criminale del lancio da parte palestinese dei famigerati razzetti artigianali “qassam” (infatti il contenitore dei messaggi fatto cadere dall’aereonautica ha colpito in testa Nawra Dughmush, un bambino di dodici anni, ricoverato in coma all’ospedale al Shifa), i contadini palestinesi continueranno ad andare a coltivare i loro legittimi campi vicino al confine, come fanno da generazioni, essendo questa l’unica attività di sussistenza per permettere loro di sfamare le famiglie in una Gaza ridotta in miseria da 2 anni di assedio.

Sebbene i maggiori i media abbiano rivolto altrove l’occhio di bue della loro attenzione Gaza continua a essere quotidianamente teatro dei crimini israeliani.

Dal 18 gennaio 3 palestinesi sono stati uccisi vicino al confine,compreso un bambino, e altri 12 sono stati feriti, compresi 3 minori e due donne. Sebbene sia noi che i palestinesi siamo visibilmente tutti civili disarmati. Di norma i cecchini israeliani si appostano, li vediamo a volte ridere e scherzare, poi dopo qualche decina di minuti iniziano a spararci contro.

Sparano anche contro di noi attivisti internazionali, per loro è come se fosse un gioco, per noi e i palestinesi è la vita

E’ opinione comune dei contadini che queste minacce sarebbero rivolte più verso di noi attivisti dell’ISM che verso di loro (i volantini infatti sono caduti non nei pressi dei villaggi al confine, ma su Gaza city, dove viviamo noi). Come già fu durante il massacro di gennaio, non ci lasicamo intimidire. Abbiamo indetto 3 giorni fa una conferenza stampa nella quale abbiamo a nostra volta avvisato l’esercito israeliano delle nostre intenzioni: continuare ad accompagnare i contadini al confine e documentare i quotidiani crimini di cui si macchia Israele. Ce lo chiedono le vittime di oggi, come quelli di ieri. Ce lo chiedono in particolare:

Maher Abu-Rajileh, 24 anni, del villaggio di Huza’ah, a est Khan Younis, ucciso dai soldati israeli il 18 gennaio mentre con i suoi genitori era intento al lavoro sui suoi campi a circa 400 metri dalla linea di confine.


Waleed Al-Astal (42 anni), del villagio di Al-Qarara, vicino a Khan Younis, colpito ad una gamba da un proiettilie israeliano il 20 gennaio.

Nabeel Al-Najjar (40 anni), colpita ad una mano da un cecchino mentre lavorava nei suoi campi nel villaggio di Khuza’a, est di Khan Yunis, il 23 gennaio.

Subhi Qudaih (55 anni), colpito alla schiena sempre a Khuza’a, il 25 gennaio

Anwar Al-Buraim (26 anni), ucciso dall’esercito israliano il 27 gennaio poco fuori di Al-Farahin, sempre a est di Khan Younis. Un soldato gli ha sparato alla testa mentre stava raccogliendo prezzemolo a circa 500 metri dalla linea di confine.

Hammad Barrak Salem Silmiya, pastore palestinese di soli 13 anni, ucciso il 14 febbraio con un colpo alla testa mentre faceva pascolare i suoi animali a est di Jabalia.

Mohammad Al- Buraim, cugino di Awar Al-Buraim, gambizzato il 18 febbraio da un cecchino israeliano nonostante la presenza come scudi umani di noi attivisti dell’ISM, a circa 500 metri dal confine. Vedi il nostro video.

Wafa al Najar, ragazzina colpita da un proiettile al ginocchio mentre sostava nei pressi della sua casa demolita a circa 800 metri dal confine. Wafa è costretta sulle stampelle e sulle stampelle ci rimarrà tutta la vita, Israele impedisce la fuoriscita dei feriti dalla Striscia che potrebbero essere operati e guarire negli ospedali occidentali più attrezzati.

Muhannad Sehi Abu Mandil, (24 anni) ferito ad un piede dall’esercito israeliano, il 10 marzo a est del campo profughi di al-Maghazi.

Nafith Abu T’eima, contadino di 35 anni ferito il 5 maggio da colpi esplosi da una jeep israeliana

-Randa Shaloufeh, 32 anni, ferita all’addome ed ad una mano mentre lavorava nei suoi campi il 7 maggio.

Oltre a chiedercelo una nostra personale amica, Leila Abu Dagga, portatrice di handikap, che si è spezzata una gamba il 10 aprile mentre fuggiva disperata dalla sua casa presa di mira dall’artiglieria israeliana.

Oltre agli attacchi diretti ai civili , l’esercito israeliano sovente invade le terre palestinesi e danneggia i campi, incendiandoli, o distruggendo gli impianti di irrigazione.

Quanto vale la vita umana da queste parti? Per un contadino palestinese 4 euri al giorno, che è la misera paga per lavorare sui campi dinnanzi ai soldati. Per i cecchini israeliani, la vita di un palestinese vale molto meno dei 50 centesimo del costo di un proiettile.

Restiamo Umani.

giovedì 4 giugno 2009

Manifestazione "io non respingo"


I governi, di ogni colore e orientamento (leggi "Turco Napolitano", "Bossi Fini") hanno inventato, per chi non ha commesso alcun reato, luoghi di detenzione e il respingimento in paesi che non rispettano i diritti umani.

I governi fingono di non vedere che il loro accanirsi contro i poveri porta stragi in mare, persecuzioni, stupri, torture in Libia. Provoca morti nei container, nei camion provenienti dalla Grecia e dall’est Europa, di cittadine e cittadini del mondo, esseri umani come noi, che fuggono dalle guerre, dalla fame, dallo sfruttamento. Guerre e povertà, spesso frutto delle politiche dei governi e delle imprese del nord del mondo. I nostri.

I governi, inducono e strumentalizzano paure nei cittadini, per ottenere facili consensi. La criminalità, quando c'è, va punita nei termini di legge. Ma è un dato di fatto che la criminalità si diffonde maggiormente tra chi non ha nulla da perdere perché messo ai margini della società, bollato e perseguitato come clandestino, reietto, indesiderato.
Sicurezza e "razzismo/xenofobia", sicurezza e "persecuzione", sicurezza e "strage degli innocenti", non sono sinonimi !

E' disumano criminalizzare intere popolazioni e continenti.
E' disumano accanirsi contro i deboli.
Cosa stiamo diventando?
Ora, forze sempre più xenofobe impongono politiche ancora più persecutorie.
Cosa stiamo diventando?

E' tempo di dire “NO!”

Gruppo locale di Cagliari per ACTIONAID - AMICI DI VIVIANA - AMNESTY INTERNATIONAL ? - AVO ? - CAGLIARI SOCIAL FORUM - CITTA’ CICLABILE - CISV SARDEGNA - COMUNITA’ “LA COLLINA” – CO.SA.S. - DEGGO - EMERGENCY Cagliari - INGEGNERIA SENZA FRONTIERE Cagliari ? - LOS QUINCHOS - LUNA D’ORIENTE ? - MANI TESE Cagliari – PARADA - RETE RADIE’ RESCH - SARDEGNA PALESTINA – SPAZIO 058 OPERATORI DI PACE - SUCANIA - UAAR circolo di Cagliari

Aderiscono alla campagna nazionale promossa da FORTRESS EUROPE
( http://fortresseurope.blogspot.com/ )

e vi invitano alla

MANIFESTAZIONE
“IO NON RESPINGO”
Venerdì 12 Giugno
Ore 18,00
Piazza Garibaldi


Sono invitate le persone di ogni idea, pensiero, provenienza, convinte che questa deriva razzista, culturale prima che politica, sia una vergogna che ci toglie umanità.
Vi chiediamo di lasciare a casa le bandiere e i simboli di partito affinchè ognuno possa esprimere il più liberamente possibile la propria idea di solidarietà all’interno della manifestazione.
Portate invece le bandiere della pace, nastri e sciarpe per formare una colorata rete di solidarietà e dei fiori che getteremo in mare per ricordare le 14.639* vittime dell’indifferenza.

mercoledì 3 giugno 2009

Pecora Nera numero 11

Ecco il nuovissimo numero di Pecora Nera pronto da scaricare, ed eccovi l'editoriale:

Capitalismo: storia di un sistema fallimentare
Era l’agosto del 1991 quando, dopo settant’anni circa di vita, crollava l’URSS in seguito al fallimento del Putsch di Mosca e alla realizzazione del piano riformatore voluto da Gorbacev e appoggiato da Eltsin -probabilmente coadiuvato dalla CIA-. Ѐ diventato impossibile, da allora, tenere conto delle infinite lodi e delle dichiarazioni di presunta superiorità del capitalismo formulate dagli ideologi (la gran parte dei quali nei libri paga dei padroni) di questo stesso sistema: si è gridato alla fine della Storia e della lotta di classe, si è eletto il capitalismo a sistema perfetto e definitivo, si è sancito il dominio eterno del libero mercato e del profitto.
Dopo quasi vent’anni sono le continue guerre, privazioni e crisi periodiche a dimostrare che questi giudizi sono quantomeno azzardati se non del tutto falsi e velleitari, dato che alla prova dei fatti il sistema capitalista si è dimostrato completamente incapace di offrire al genere umano il benessere e la stabilità che prometteva e di cui pretende tutt’oggi di farsi unico portavoce. Proviamo ora a chiederci: cos’è il capitalismo? Fondamentalmente, è un sistema socio-economico basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, controllati da una minoranza che sfrutta la forza-lavoro della stragrande maggioranza della popolazione con l’unico obiettivo di ricavarne del lauti profitti. E tentiamo poi di chiederci: può questo processo realizzarsi in modo pacifico e soddisfare i bisogni collettivi? Bisogna chiaramente affermare che no, non è così, e tutto lo sviluppo storico dalla prima metà dell’800 ad oggi non fa che confermare ciò. Il conflitto è infatti inevitabile in ogni tipo di società divisa in classi, essendo insito nella sua stessa natura. Assistiamo a lotte di classe quando i governi varano leggi e leggine che attaccano i lavoratori (vedere ad esempio l’attuale attacco al contratto collettivo in Italia); assistiamo a lotte di classe quando i lavoratori stessi si organizzano per ribellarsi a tali attacchi (come è accaduto e sta accadendo praticamente ovunque in questi mesi); in fondo assistiamo a lotte di classe anche quando il conflitto appare spostato su altri fronti differenti da quello prettamente produttivo, come ad esempio le guerre con le quali i predoni imperialisti di tutto il mondo si contendono le zone e le risorse del pianeta (i conflitti in Iraq e Afghanistan sono solo i più recenti fra i tanti). Tutti questi sono solo alcuni dei sintomi presentati da un sistema socio-economico in putrefazione, che si presenta oggi più che mai come un vero e proprio muro di gomma. Sono proprio le lotte dei lavoratori, tanto svilite a destra quanto tradite da certa sinistra, a rappresentare la reale forza di cambiamento che può ambire ad abbattere questo muro, sulle cui macerie sia possibile edificare un nuovo modello di società. Una società basata sulla cooperazione e non più sulla concorrenza, sul collettivismo e non sull’individualismo, sulla solidarietà e non sull’egoismo: è questa l’unica via realisticamente perseguibile per evitare che l’umanità continui a sprofondare nella barbarie più totale. Il capitalismo è in affanno in ogni ambito: politico, militare, sociale ed economico. Così come ogni sistema in decadenza è stato storicamente superato, così non può che essere per l’attuale sistema dominante, checché ne dicano i suoi sostenitori ed ideologi.



SCARICA IL NUMERO 11