venerdì 9 aprile 2010

Pecora Nera N°3

Con qualche giorno di ritardo ecco anche il numero di marzo. Si riparte dalla scuola con un occhio di riguardo sui lavoratori e su ciò che accade nel nostro BelPaese
Un saluto dalla redazione

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martedì 6 aprile 2010

venerdì 2 aprile 2010

25 Aprile

Il 25 aprile è vissuto con sempre maggior distacco dai rappresentanti
di quella Repubblica che dall’antifascismo dice di aver tratto la sua
ragione fondante… indubbiamente Lussu, Parri, Calamandrei o Amendola
pensavano che ci sarebbe stato uno scarto netto tra il fascismo e la
democrazia, ma è ormai storia che per i Prefetti di tutta Italia (e
non solo per loro) non fu esattamente così !

Nel vuoto delle commemorazioni ufficiali (ma cosa dovremmo aspettarci
da Floris, Cappellacci e Milia ?) qualcun altro ha dato un altro senso
a questa data: sono i cripto fascisti che, strenuamente difesi dalle
forze dell’ordine, commemorano ogni anno nel 25 aprile la continuità
tra se stessi, lo stragismo degli anni 60/70/80 ed il fascismo
storico. Per meglio sottolineare questa loro posizione organizzano un
happening con tanto di saluti romani ai caduti, e la partecipazione di
sant’uomini come Ciavardini o Merlino a raccontarci quanto si sono
sacrificati per la Patria.



Finora tutti i Prefetti di Cagliari hanno autorizzato questo teatro:
vuole il Prefetto Balsamo unirsi questa tradizione ?

Intende confermare l’opinione che il pubblico si è fatta di lui dopo
la brillante operazione di sgombero poveri a Giorgino ?



In realtà poco importa quale opinione abbia il sig. Prefetto, o i
politici chiamati la mattina a deporre corone di fiori per i martiri
della liberazione nazionale, ma pronti a finanziare e sdoganare gli
esegeti del fascismo.

Non deve infatti destare scandalo che i politici fiutino il vento, e
si mantengano sempre in quello stato di ambiguità che li rende “non
troppo impresentabili”: non a caso in tutti questi anni nessun
rappresentante delle maggioranze politiche locali (e ben pochi delle
opposizioni) ha preso esplicitamente posizione in merito alle truci
parate del 25 aprile.

Così come non scandalizza che a difesa dei fascisti si schieri tutta
la Questura di Cagliari, e che la si trovi pronta a fermare,
identificare ed in qualche caso disperdere e denunciare chi - per
sbaglio o intenzionalmente - incroci nei pressi della parata fascista
con un abbigliamento o un atteggiamento in tema con ciò che (in
teoria) si festeggia il 25 aprile.

Di fatto le provocazioni fasciste sono sempre state comode alla
polizia, che usa queste occasioni per aggiornare i nostri fascicoli -
come di consueto quando l’indignazione porta le persone manifestare la
propria protesta nelle piazze. Se qualcuno risulta un po’ troppo
presente nelle proteste, ecco che il suo fascicolo andrà ad
accrescersi al punto da permettere alla Questura di inviare
“ammonizioni formali” (Avviso Orale), anticamera della richiesta alla
Magistratura per l’adozione di misure restrittive della libertà
personale (Obbligo di Firma, Obbligo di Residenza, Restrizioni di
Orario, ecc.). E come effetto collaterale delle proteste antifasciste
dello scorso anno sono stati sette gli “avvisi orali” emanati dalla
Questura, andando a colpire alcune delle persone più presenti e più
scomode in quel composito panorama del cosiddetto “movimento”, e più
precisamente tra la sua componente anarchica e studentesca.



Il mito del “fascismo del 2000”, che rinnoverebbe i propri riferimenti
e il proprio linguaggio, diventando in grado di crearsi un consenso di
massa, andrebbe ridimensionato e diluito nel quadro di una intera
società che esprime una identità sempre meno inclusiva, un consumismo
superficiale, una cultura brutale ed un ceto politico violento e
rapace. Anzi, in un tale quadro le forze dichiaratamente fasciste
rimangono tutto sommato una sottocultura marginale.

E’ verso questo contesto che dobbiamo rivolgerci e reagire, e vogliamo
perciò costruire un percorso verso il 25 aprile, che passi attraverso
un dibattito complessivo circa la deriva reazionaria della nostra
società: il razzismo, il sessismo, il controllo psichiatrico, lo
scontro sociale e l’imbarbarimento dei rapporti di lavoro, la
pressione clericale, la demolizione dell’istruzione pubblica, la
giustificazione e la promozione della guerra, l’ordine e la sicurezza.

Pensiamo che l’antifascismo non si conclude il 25 aprile, ma si
estende alla lotta di tutti i giorni per sopravvivere come esseri
umani tra esseri umani.



Vi chiediamo allora di essere presenti e di partecipare, ancora una
volta, per dire NO AL FASCISMO

venerdì 19 marzo 2010

Auletta spazio aperto II

Dopo il successo del primo "auletta spazio aperto" abbiamo deciso di bissare, questa volta non sarà un pranzo sociale ma un aperitivo sociale....quindi vi invitiamo per le 17 circa di mercoledì 24 marzo...per ulteriori delucidazioni ecco il volantino. saluti rossi!CLICCA SULL'IMMAGINE PER INGRANDIRLA

lunedì 15 marzo 2010

Bologna Burns

tra l'11 e il 12 Marzo a Vienna ci sono stati i festeggiamenti
per i 10 anni del processo di bologna da parte dei 46 ministri
dell'istruzione europei, ovviamente il movimento studentesco
europeo non è stato a guardare questa ignobile vetrina..
ma si è mosso attraverso manifestazioni e quantaltro...anche
noi da parte nostra vogliamo far sapere la nostra opinione e
vogliamo ribadire che non possiamo accettare tutto questo.
Qua sotto inseriamo il documento da noi redatto a questo
proposito.
Saluti rossi!

cliccaci sopra per leggere il documento

mercoledì 10 marzo 2010

Pecora Nera N°2

Si prosegue l'attività di pseudogiornalismo con il secondo numero di Pecora Nera, il numero di febbraio di questo secondo anno appena cominciato!
Buona Lettura!

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lunedì 1 marzo 2010

Auletta spazio aperto!


Entula Arrubia invita tutti all'evento "auletta spazio aperto" la manifestazione organizzata per mercoledì 3 marzo inizia alle 13 con il cumbido sociale, libero cibo per libera offerta, successivamente alle 16 presenteremo il film "tutti giù per aria" seguito da una, si spera, accesa discussione sui temi in esso presenti.
Entula Arrubia con la prima di tante manifestazioni vuole in questo modo ribadire e ricordare a tutti che l' Università oltre ad essere un luogo di formazione in senso stretto e anche, e forse soprattutto, un luogo di cultura, socializzazione e di crescita e sviluppo di coscienze critiche. L'auletta rappresenta in questo senso un luogo fisico e idealtipico nel quale poter portare avanti tali propositi.
Vi aspettiamo!
Saluti
Entula Arrubia

giovedì 4 febbraio 2010

Solidarietà ai lavoratori!

Tutti in piazza domani per lo sciopero generale:
(cliccaci sopra per leggerlo chiaramente)

martedì 2 febbraio 2010

Pecora Nera n1 Anno 2


Ebbene sì, l'anno ricomincia e ricomincia anche Pecora Nera! Con una nuova grafica, ripartiamo dal primo numero...
Vi lascio qui con l'editoriale e il file da scaricare...buona lettura!

Questo utile razzismo!

In questi giorni l’attenzione del dibattito politico è tornata ad incentrarsi, prepotentemente, sui temi dell’immigrazione e dell’integrazione, “grazie” ai fatti di Rosarno. La cittadina calabrese è stata infatti teatro di una vera e propria rivolta dei lavoratori di colore contro lo stato di degrado e umiliazione in cui sono tenuti a vivere: si sono ribellati non solo per via delle disumane condizioni di lavoro e di domicilio, ma anche per via dei trattamenti ricevuti da parte dell’amministrazione pubblica locale, totalmente insensibile alle loro sofferenze e al loro stato di bisogno aggravato. La popolazione di Rosarno ha reagito violentemente alle dimostrazioni di protesta dei cittadini immigrati, non considerando minimamente le vicissitudini personali e dunque la legittimità delle dimostrazioni.

L’ autorità statale si è subito affrettata a condannare questi atti di violenza e a criminalizzare l’atteggiamento violento dei rosarnesi, che subito è parso agli occhi dell’opinione pubblica velato di connotati razzisti. Visti i continui attacchi perpetrati dallo stesso governo a danno del diritto di libera circolazione sancito dalla Carta dei Diritti dell’Uomo questo sembra un controsenso. Perché adesso si condanna il razzismo, se fino ad ora non si era fatto altro che promuoverlo? La reazione del governo ai fatti di Rosarno è la dimostrazione di come le pessime condizioni di chi emigra in Italia per scampare alle condizioni delle proprie terre di origine (condizioni tra l’altro causate da politiche che vedono i paesi occidentali come più o meno responsabili) sia non solo disastrosa dal punto di vista dei diritti non riconosciuti, ma sia anche arbitrariamente causata dai politicanti. Se essi sono in grado di rifiutare il razzismo in occasioni come queste, ma continuano nei fatti a sostenerlo (come non citare Umberto Bossi), significa che la nostra classe politica ottiene di benefici da un clima di razzismo.

Quali sono questi benefici? Uno su tutti: la possibilità di poter utilizzare un gruppo sociale nuovo, quale quello degli immigrati, come capro espiatorio di tutti i disagi e le ingiustizie che caratterizzano l’Italia di oggi. La colpa non è mai dello stato inaccettabile delle condizioni dei lavoratori; la colpa non è mai delle banche, perenni sanguisughe; la colpa non è mai dei nostri politici inetti che tutto fanno meno che occuparsi seriamente della gente; la colpa non è mai delle grandi aziende che non esitano a buttare sul lastrico migliaia di famiglie per salvarsi il culo. La colpa è sempre degli immigrati: è colpa loro se non si trova lavoro, e non dei padroni che non hanno alcun interesse a crearlo. Questa forma infame di populismo fu applicata per la prima volta nella storia da Adolf Hitler nei confronti degli ebrei. Doveroso ricordarlo. L’unico aspetto in cui questo populismo differisce da quello hitleriano è costituito dal fatto che le finalità del populismo di allora consistevano nell’ eliminazione fisica degli accusati, mentre il populismo di oggi risponde ad uno scopo utile ai padroni. Questo scopo è la creazione di nuove guerre tra poveri,che incanalano la rabbia del lavoratore italiano non sulla sua condizione di sfruttato, ma per l’appunto sull’immigrato, impedendo così al proletariato italiano di prendere coscienza di classe. Precisamente quello che è successo a Rosarno.

E’ ora che tutti gli sfruttati, indipendentemente dal colore della loro pelle, si ribellino a questo stato di cose e comincino a indirizzare la loro rabbia sui veri responsabili di questo stato di cose. E’ ora di dire basta a tutto questo.




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