venerdì 2 aprile 2010

25 Aprile

Il 25 aprile è vissuto con sempre maggior distacco dai rappresentanti
di quella Repubblica che dall’antifascismo dice di aver tratto la sua
ragione fondante… indubbiamente Lussu, Parri, Calamandrei o Amendola
pensavano che ci sarebbe stato uno scarto netto tra il fascismo e la
democrazia, ma è ormai storia che per i Prefetti di tutta Italia (e
non solo per loro) non fu esattamente così !

Nel vuoto delle commemorazioni ufficiali (ma cosa dovremmo aspettarci
da Floris, Cappellacci e Milia ?) qualcun altro ha dato un altro senso
a questa data: sono i cripto fascisti che, strenuamente difesi dalle
forze dell’ordine, commemorano ogni anno nel 25 aprile la continuità
tra se stessi, lo stragismo degli anni 60/70/80 ed il fascismo
storico. Per meglio sottolineare questa loro posizione organizzano un
happening con tanto di saluti romani ai caduti, e la partecipazione di
sant’uomini come Ciavardini o Merlino a raccontarci quanto si sono
sacrificati per la Patria.



Finora tutti i Prefetti di Cagliari hanno autorizzato questo teatro:
vuole il Prefetto Balsamo unirsi questa tradizione ?

Intende confermare l’opinione che il pubblico si è fatta di lui dopo
la brillante operazione di sgombero poveri a Giorgino ?



In realtà poco importa quale opinione abbia il sig. Prefetto, o i
politici chiamati la mattina a deporre corone di fiori per i martiri
della liberazione nazionale, ma pronti a finanziare e sdoganare gli
esegeti del fascismo.

Non deve infatti destare scandalo che i politici fiutino il vento, e
si mantengano sempre in quello stato di ambiguità che li rende “non
troppo impresentabili”: non a caso in tutti questi anni nessun
rappresentante delle maggioranze politiche locali (e ben pochi delle
opposizioni) ha preso esplicitamente posizione in merito alle truci
parate del 25 aprile.

Così come non scandalizza che a difesa dei fascisti si schieri tutta
la Questura di Cagliari, e che la si trovi pronta a fermare,
identificare ed in qualche caso disperdere e denunciare chi - per
sbaglio o intenzionalmente - incroci nei pressi della parata fascista
con un abbigliamento o un atteggiamento in tema con ciò che (in
teoria) si festeggia il 25 aprile.

Di fatto le provocazioni fasciste sono sempre state comode alla
polizia, che usa queste occasioni per aggiornare i nostri fascicoli -
come di consueto quando l’indignazione porta le persone manifestare la
propria protesta nelle piazze. Se qualcuno risulta un po’ troppo
presente nelle proteste, ecco che il suo fascicolo andrà ad
accrescersi al punto da permettere alla Questura di inviare
“ammonizioni formali” (Avviso Orale), anticamera della richiesta alla
Magistratura per l’adozione di misure restrittive della libertà
personale (Obbligo di Firma, Obbligo di Residenza, Restrizioni di
Orario, ecc.). E come effetto collaterale delle proteste antifasciste
dello scorso anno sono stati sette gli “avvisi orali” emanati dalla
Questura, andando a colpire alcune delle persone più presenti e più
scomode in quel composito panorama del cosiddetto “movimento”, e più
precisamente tra la sua componente anarchica e studentesca.



Il mito del “fascismo del 2000”, che rinnoverebbe i propri riferimenti
e il proprio linguaggio, diventando in grado di crearsi un consenso di
massa, andrebbe ridimensionato e diluito nel quadro di una intera
società che esprime una identità sempre meno inclusiva, un consumismo
superficiale, una cultura brutale ed un ceto politico violento e
rapace. Anzi, in un tale quadro le forze dichiaratamente fasciste
rimangono tutto sommato una sottocultura marginale.

E’ verso questo contesto che dobbiamo rivolgerci e reagire, e vogliamo
perciò costruire un percorso verso il 25 aprile, che passi attraverso
un dibattito complessivo circa la deriva reazionaria della nostra
società: il razzismo, il sessismo, il controllo psichiatrico, lo
scontro sociale e l’imbarbarimento dei rapporti di lavoro, la
pressione clericale, la demolizione dell’istruzione pubblica, la
giustificazione e la promozione della guerra, l’ordine e la sicurezza.

Pensiamo che l’antifascismo non si conclude il 25 aprile, ma si
estende alla lotta di tutti i giorni per sopravvivere come esseri
umani tra esseri umani.



Vi chiediamo allora di essere presenti e di partecipare, ancora una
volta, per dire NO AL FASCISMO

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