giovedì 30 aprile 2009

Nous voulons tout…

Dalla Francia è arrivato questo articolo sul movimento studentesco...eccolo:

Nous voulons tout…
Attraverso questo articolo vi voglio dare un quadro della situazione in Francia, che non è poi così diversa dalla nostra. Le strategie del governo francese non differiscono poi così tanto dalle logiche italiane. Nell’estate 2007, la ministra dell’istruzione francese, Pécresse (anche in Francia il ministro dell’istruzione è una donna..piccola analogia), aveva fatto approvare la Legge LRU “Legge sulla Libertà e la responsabilità delle università”, seguita da un aumento salariale per i rettori da 12000 fino a 40000 euro, avente solo lo scopo di incantare e abbagliare i rettori francesi. Il testo definitivo della legge è stato poi approvato, in modo forzato, nell’ ottobre 2008, questo nuovo decreto prevede la possibilità per i rettori di decidere separatamente, per ogni docente universitario, il numero di ore di insegnamento, senza limite massimo. Ma viene rispettato in principio Egalitè. La legge, inoltre, prevede, per i prossimi 5 anni, il raggiungimento per tutte le università dell’autonomia finanziaria e di gestione delle risorse umane. Ciò vale a dire che le Università più piccole saranno sfavorite, avendo minori entrate rispetto a università con un bacino di iscritti superiore, portando quindi ad un abbassamento della qualità dell’insegnamento. Inoltre, un'altra conseguenza sarebbe quella di creare dei poli universitari di eccellenza a discapito delle piccole università. Quindi, ciascuna università autonoma avrà la possibilità di stabilire in piena libertà le tasse di iscrizione. Ci vedete qualcosa di simile alla legge 133 e alla negazione dei fondi per quelle università che non rispettano i vincoli di bilancio imposti? Inoltre, la legge Lru prevede un cambiamento dello statuto dei ricercatori, quest’ultimi non hanno più la sicurezza nel posto di lavoro e non hanno più il diritto alla retribuzione nei periodi di vacanza. Inoltre, la legge Lru prevede la soppressione di 1090 posti di lavoro. Il 2 febbraio, alla Sorbona a Parigi, 313 delegati del mondo accademico, provenienti da tutta la Francia, hanno rigettato integralmente il progetto di riforma accusando il governo Sarkozy di voler smantellare l’insegnamento pubblico. La prima grande manifestazione si è tenuta il 29 gennaio ed ha visto uniti studenti, professori, ricercatori dottorandi e personale amministrativo. In seguito sono state occupate più di 70 Università. Il movimento universitario francese si organizza attraverso delle assemblee giornaliere e settimanali nelle quali vengono votate le proposte inserite in un apposito ordine del giorno. Alcune Università hanno solo occupato una aula per potersi coordinare, altre sono passate a delle forme più dure come il blocco totale dell’ Università. Singolare è il modo in cui sono stati bloccati i vari edifici dove si tengono le lezioni: blocco delle porte con sedie e tavoli. Dopo quasi 2 mesi di mobilizzazione la lotta non sembra arrestarsi anzi continua a crescere, ogni settimana viene fatta una piccola manifestazione che raccoglie studenti e professori. Gli studenti minacciano di non fermarsi fino a che la legge non verrà ritirata in tutte le sue parti. In questi giorni la ministra Pétresse è impegnata in alcune pseudo-negoziazioni con i sindacati, ma non ha intenzione di accettare nessuna delle rivendicazioni del movimento studentesco. In conclusione, dopo la crisi sociale e la crisi economica ci sarà anche una crisi culturale. Ma forse è quello che i nostri grandi politici europei hanno intenzione di fare, rendere la società più ignorante per metterla a tacere. Organisons nous pou prendre ce dont nous avoin besoin!

2 commenti:

  1. ma come? io ricordo che sarkozy era un grande statista per la nostra sinistra, perchè lui in periodo di crisi aveva investito nell'istruzione.

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  2. e chi cazzo lo ha detto che sarkozy era un grande statista?

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