giovedì 30 aprile 2009

Nous voulons tout…

Dalla Francia è arrivato questo articolo sul movimento studentesco...eccolo:

Nous voulons tout…
Attraverso questo articolo vi voglio dare un quadro della situazione in Francia, che non è poi così diversa dalla nostra. Le strategie del governo francese non differiscono poi così tanto dalle logiche italiane. Nell’estate 2007, la ministra dell’istruzione francese, Pécresse (anche in Francia il ministro dell’istruzione è una donna..piccola analogia), aveva fatto approvare la Legge LRU “Legge sulla Libertà e la responsabilità delle università”, seguita da un aumento salariale per i rettori da 12000 fino a 40000 euro, avente solo lo scopo di incantare e abbagliare i rettori francesi. Il testo definitivo della legge è stato poi approvato, in modo forzato, nell’ ottobre 2008, questo nuovo decreto prevede la possibilità per i rettori di decidere separatamente, per ogni docente universitario, il numero di ore di insegnamento, senza limite massimo. Ma viene rispettato in principio Egalitè. La legge, inoltre, prevede, per i prossimi 5 anni, il raggiungimento per tutte le università dell’autonomia finanziaria e di gestione delle risorse umane. Ciò vale a dire che le Università più piccole saranno sfavorite, avendo minori entrate rispetto a università con un bacino di iscritti superiore, portando quindi ad un abbassamento della qualità dell’insegnamento. Inoltre, un'altra conseguenza sarebbe quella di creare dei poli universitari di eccellenza a discapito delle piccole università. Quindi, ciascuna università autonoma avrà la possibilità di stabilire in piena libertà le tasse di iscrizione. Ci vedete qualcosa di simile alla legge 133 e alla negazione dei fondi per quelle università che non rispettano i vincoli di bilancio imposti? Inoltre, la legge Lru prevede un cambiamento dello statuto dei ricercatori, quest’ultimi non hanno più la sicurezza nel posto di lavoro e non hanno più il diritto alla retribuzione nei periodi di vacanza. Inoltre, la legge Lru prevede la soppressione di 1090 posti di lavoro. Il 2 febbraio, alla Sorbona a Parigi, 313 delegati del mondo accademico, provenienti da tutta la Francia, hanno rigettato integralmente il progetto di riforma accusando il governo Sarkozy di voler smantellare l’insegnamento pubblico. La prima grande manifestazione si è tenuta il 29 gennaio ed ha visto uniti studenti, professori, ricercatori dottorandi e personale amministrativo. In seguito sono state occupate più di 70 Università. Il movimento universitario francese si organizza attraverso delle assemblee giornaliere e settimanali nelle quali vengono votate le proposte inserite in un apposito ordine del giorno. Alcune Università hanno solo occupato una aula per potersi coordinare, altre sono passate a delle forme più dure come il blocco totale dell’ Università. Singolare è il modo in cui sono stati bloccati i vari edifici dove si tengono le lezioni: blocco delle porte con sedie e tavoli. Dopo quasi 2 mesi di mobilizzazione la lotta non sembra arrestarsi anzi continua a crescere, ogni settimana viene fatta una piccola manifestazione che raccoglie studenti e professori. Gli studenti minacciano di non fermarsi fino a che la legge non verrà ritirata in tutte le sue parti. In questi giorni la ministra Pétresse è impegnata in alcune pseudo-negoziazioni con i sindacati, ma non ha intenzione di accettare nessuna delle rivendicazioni del movimento studentesco. In conclusione, dopo la crisi sociale e la crisi economica ci sarà anche una crisi culturale. Ma forse è quello che i nostri grandi politici europei hanno intenzione di fare, rendere la società più ignorante per metterla a tacere. Organisons nous pou prendre ce dont nous avoin besoin!

mercoledì 29 aprile 2009

Louvain - contro il "processo di Bologna" scontri e arresti


da uniriot.org:
Nonostante il silenziatore mediatico messo alle proteste del vertice ministeriale che si va a concludere quest'oggi in Belgio, la giornata di ieri si è andata poi a caratterizzare con la determinazione degli studenti e delle studentesse nel non accettare zone rosse per l'esplicitazione del dissenso contro il processo di Bologna e il pacchetto di riforme forgiato dai governi europei in quest'ultimo decennio.
In coda alla manifestazione di ieri vi è stato il tentativo di assediare la zona rossa, nell'assedio al vertice dei ministri europei. Sono state compiute diverse deviazioni ne corteo studentesco, le quali hanno visto avanzare gli studenti e le studentesse contro un ingente schieramento di forze dell'ordine. Al lancio di lacrimogeni della polizia si è risposto con la creazione di barricate volte a mantenere le posizioni conquistate con l'avanzare del corteo. Gli studenti sono rimasti compatti nonostante l'avvicinarsi e il proceder degli idranti delle forze dell'ordine, interessate a sgomberare e far sciogliere la manifestazione. La polizia ha poi caricato, facendo una decina di fermi, dei quali 5 sono stati tramutati in arresti.
Nel pomeriggio, sempre di ieri, molti studenti si sono spostati a Bruxelles, dove si è svolto il corteo dei sindacati studenteschi, provvisto di contenuti estremamente più compatibili e docili nei confronti del processo di Bologna e delle riforme in atto. I manifestanti arrivati da Louvain si sono uniti alla manifestazione per contestarla, ed in coda a questa vi sono riusciti, aprendo lo striscione ma soprattutto prendendo dal palco dei sindacati parola contro il processo di Bologna e la compatibilità dei sindacati nei confronti di direttive sussunte al mercato date dall'Europa in materia di formazione e sapere.
Infine questa mattina si va a concludere la settimana di contestazione in una cittadina vicino a Louvain con la pratica dei blocchi lungo le strade principali che portano al rettorato dove si svolge la seconda parte del vertice.

... Soltanto la verità


pubblichiamo il comunicato degli antifascisti cagliaritani sui fatti di sabato:

Con questo comunicato intendiamo chiarire la nostra posizione e la realtà dei fatti accaduti nei pressi di via Sonnino il pomeriggio del 25 aprile.
Innanzitutto vogliamo sottolineare alcuni punti sul corteo di chiaro stampo neofascista organizzato dal coordinamento “ Continuità ideale”, espressione dell’unione dei vari movimenti/partiti che vanno dalla Fiamma Tricolore sino ai giovani di Alleanza Nazionale, passando per Forza Nuova e Sardegna Skinheads:
la costituzione italiana proibisce l’esposizione di simboli, slogan e ideologie che si rifacciano chiaramente al fascismo, per questo tale corteo doveva essere vietato. Inoltre le rivendicazioni stesse del corteo, ovvero l’abolizione del 25 aprile, richiesta dai gruppi neofascisti in quanto per loro quel giorno dovrebbe essere ricordato più come “ lutto nazionale” che come festa, e la commemorazione dei combattenti della repubblica di salò, sono anch'esse riconducibili al reato di apologia del fascismo. Nonostante tutte queste chiare motivazioni che avrebbero dovuto portare la questura a vietare lo svolgimento del corteo, la parata nazi-fascista e’ stata autorizzata come una qualsiasi altra manifestazione in un qualsiasi giorno dell’anno.
Per questo, come antifasciste e antifascisti, abbiamo ritenuto nostro dovere scendere in piazza per opporci a questa manifestazione. Costretti dagli eventi abbiamo indetto un sit-in nella centrale piazza Gramsci luogo della conclusione del corteo dei fascisti, sperando che Questura e Prefettura si ravvedessero in extremis dell’errore commesso e impedissero lo svolgersi della manifestazione di “continuità ideale”.
I primi gruppi arrivati in piazza Gramsci sono stati allontanati in maniera poco gentile, per questo dopo essersi ricompattati in piazza Costituzione si sono spostati sul marciapiede di via Sonnino all’altezza della rotonda di via XX Settembre. Carabinieri e polizia in assetto antisommossa sono giunti prontamente verso di noi da piazza Gramsci e senza intimarci di disperderci, senza prima spingerci con gli scudi ( procedure propedeutiche ad una carica in situazione di piazza) ci hanno ripetutamente e violentemente caricato, suscitando per altro l’ira dei residenti testimoni della vicenda. Inoltre volevamo chiarire un'altra falsità riportata dalla stampa: in piazza non c’era nessuna busta contenente spranghe o bottiglie di vetro, i racconti che abbiamo letto ricordano la triste vicenda della scuola Diaz di Genova quando la polizia aveva trasportato false Molotov per giustificare la mattanza avvenuta all’interno della scuola. Questa e’ la versione dei fatti che si differenzia sostanzialmente da quella di Questura e stampa isolana che così facendo hanno criminalizzato gli antifascisti dipingendo invece come vittime i fascisti.
Reputiamo tutto ciò inaccettabile e indichiamo nella Prefettura, nella Questura e nel Comune di Cagliari i responsabili degli scontri avvenuti sabato 25 Aprile, giorno della festa della Liberazione, che sono costati spalle lussate, nasi rotti e contusioni varie ai partecipanti della legittima protesta antifascista.
Antifasciste e antifascisti cagliaritani.

lunedì 27 aprile 2009

Imperialismo e balle atomiche

Dal Pecora nera numero 8 un articolo sul vertice Nato:

Imperialismo e balle atomiche
La crisi economica continua a decimare posti di lavoro, a rendere ancora più miserevoli le condizioni di vita degli emarginati e, in Italia, ad abbattere le importanti conquiste condotte dalle lotte operaie e studentesche negli anni ’60. Il G20 di Londra ha prodotto solamente un mucchio di belle fotografie da dare ai giornalisti, in quanto in concreto non è stato concluso nulla. La soluzione alla crisi è ancora un argomento scottante:esiste? Non esiste? Si raggiungeranno degli accordi? Nessuno a Londra ha visto lo spiraglio, anzi. Da un qualunque governo che abbia al centro del proprio operato il benessere comune (parola con la quale tanti leader mondiali si riempiono la bocca, ma di cui, a quanto pare, non conoscono il significato), ci si aspetterebbe come minimo una riduzione del deficit pubblico iniziando dall’abbassamento delle spese militari, gravosissima voce di bilancio all’interno di qualunque stato occidentale. E invece cosa si sono detti i nostri amici delegati della NATO il 3 e 4 aprile al vertice di Kehl e Strasburgo? Aumentiamo le spese militari -gli Stati Uniti del nuovo principe dei media, Obama, hanno intenzione di aumentare ancora il dispiegamento di forze armate in occupazione in Afghanistan aggiungendo altri 5000 soldati, e di rafforzare gli stanziamenti economici impiegati in questa zona con ulteriori 100 milioni di dollari-, continuiamo con la nostra opera di rafforzamento imperialista nelle zone ex comuniste-Croazia e Albania, che sono le nuove nazioni entrate a far parte del club degli Amichetti della Libertà (di qualcun altro). L’imperialismo non conosce crisi. Tutti, a riguardo di questioni militari recenti, hanno in mente le dichiarazioni velleitarie e irrealizzabili che Obama ha espresso poco prima del vertice UE-USA, dirette a Putin: “Abbasso le armi nucleari!Disarmo subito!W dio” e via proseguendo. Irrealizzabili perché la NATO stessa minaccia la Russia di Medvedev e Putin con un espansionismo strategico in quello che una volta era il suo giardino fiorito, ossia l’Europa dell’est. Le politiche di questo espansionismo hanno portato alla costituzione del progetto dello scudo antimissile contro la Russia, che motivato dalla sua strategia di difesa preventiva appoggiata anche da Obama, tende a riportare ai massimi livelli le spese militari, soprattutto nel campo dell’NCB, e dunque un aumento considerevole dell’arsenale atomico. È normale che i russi si sentano un tantino preoccupati e che perciò tendano ad escludere qualunque politica di disarmo,vedendo che con il Patto Atlantico si è fatto l’esatto opposto. Allegro, Barack! Per poterti insegnare a mentire con grazia, abbiamo qui per te un biglietto aereo destinazione Roma. Ci sarebbero invece da prendere in seria considerazione le dichiarazioni di gennaio formulate dall’attuale Segretario Generale della Nato, l’olandese Jaap de Hoop Scheffer, secondo il quale non sarebbe improprio un intervento delle forze del Patto Atlantico nell’ambito del conflitto Israelo-Palestinese. Sappiate che a dicembre è stato siglato il “Programma Individuale di Cooperazione” fra NATO ed Israele: ricordate i bombardamenti a tappeto sul Vietnam pianificati da Westmoreland? Non dico che ci siamo, ma non disperiamo! Conosciamo perfettamente l’amore di Washington per i fuochi artificiali, e considerate gli ultimi episodi di pulizia etnica sulla Striscia di Gaza, ai quali è seguita l’elezione alla carica di primo ministro d’Israele del nazionalista conservatore Benjamin Netanyahu, penso che abbiamo molte speranze di vederne parecchi, di botti.Noi antimperialisti dov’eravamo?C’eravamo, c’eravamo. Ma purtroppo non siamo riusciti a portare in primo piano una solida piattaforma che accomunasse le istanze di base di tutto il movimento anti-imperialista. Le differenze dei vari gruppi antagonisti militanti che hanno sfilato in piazza in occasione del vertice, ma anche del G20, sono purtroppo emerse a danno di una base di lotta unitaria. C’eravamo,e possiamo pure dire che eravamo in tanti. Ma non possiamo dire che eravamo uniti. Significa che bisognerà lavorare per delle rivendicazioni comuni durante la preparazione delle manifestazioni di piazza,che vedranno La Maddalena come loro teatro, in attesa del Summit G8. Un gruppo solido, unito, può fare tanto contro la nuova marcia imperialista, alla quale assistiamo attoniti fin dalle sue prove generali, datate 1999.

domenica 26 aprile 2009

Stampa isolana...

La nostra azione è finita anche nelle pagine del più importante giornale Sardo...peccato che il giornalista abbia deciso di volare un pò con la fantasia.
Geniale questo periodo: "I poliziotti hanno ritrovato e sequestrato una busta di plastica con dentro bottiglie e una spranga di ferro." dove il giornalista fa intendere che nel nostro sit in si è trovata la suddetta busta di plastica (assolutamente falso).
Poi il giornalista inventa anche che "le forze dell'ordine hanno invitato più volte i manifestanti a sciogliere il corteo" prima di caricare, di nuovo falso che più falso non si può, i poliziotti ci hanno raggiunto con il chiaro tentativo di caricarci, e non hanno provato neanche minimamente a tessere un contatto con noi manifestanti che non fosse quello fisico.
Per chi volesse leggersi tutto l'articolo: clicca qui

La vergogna cammina tra le strade di Cagliari

 Non aggiungo altro:

La giornata di oggi segna un solco profondo con la tradizione cagliaritana di gestione del 25 aprile, fatta di commemorazioni e passeggiate che convivevano con la presenza fascista in città indisturbata e protetta da un ingente numero di forze dell’ordine. Da numerosi anni, infatti, due anime popolano le piazze del 25 aprile: da una parte il corteo istituzionale per celebrare la festa della liberazione dal nazi-fascismo, dall’altra, nelle scalinate della basilica di Bonaria, tutta la destra sarda composta da un centinaio di persone che commemora i caduti della R.S.I.. Negli ultimi due anni i fascisti hanno osata di più senza trovare particolari resistenze, il 25 aprile infatti da due anni organizzano un corteo da piazza Garibaldi a Piazza Gramsci dove risiede il monumento ai caduti. Il solco sta tra la decisione dei vari partiti e del comitato antifascista che organizza la giornata del 25 aprile di non porre al centro dell’attenzione l’agibilità politica che da parte di questura, prefettura e comune viene concessa a Fiamma Tricolore, Forza Nuova e la anomala Azione Giovani, e la risolutezza che quest’anno hanno avuto studenti e lavoratori autorganizzatisi per tentare di bloccare i fascisti. L’appuntamento era per un’ora e mezza prima del concentramento di continuità ideale, la sigla che creano i fascisti per il 25 aprile, ma già a quell’ora, le 17.00, un grosso dispiegamento di polizia mandava via la prima quarantina di compagni prendendo ad alcuni di essi le generalità. Gli antifascisti si spostano nella poco più lontana piazza costituzione incontrando nelle vicinanza alcuni fascisti che se la danno a gambe levate. A quel punto al ricompattamento gli antifascisti scendono nuovamente verso via Sonnino e si attestano a 200 metri dall’approdo del corteo pro repubblichini. Lo striscione rinforzato arriva giusto in tempo per l’arrivo della celere che senza pre-avvertimento carica brutalmente il presidio degli studenti che a quel punto sarà stato di un centoventi, centocinquanta di persone. La carica della polizia dura diversi minuti ma, forse per la prima volta a Cagliari, il presidio regge senza fuggire e senza arretrare, contando “solo” cinque feriti nonostante negli occhi dei poliziotti le intenzioni fossero ben peggiori. Il presidio a quel punto si trasforma in un corteo non autorizzato (come non autorizzato era il concentramento in piazza Gramsci, già concessa ai fascisti) che attraversa le vie centrali dello shopping cagliaritano comunicando alla cittadinanza quanto appena venuto e indicandone nella questura e nella prefettura i responsabili.  Il corteo si scioglie, ancora rabbioso, in piazza del Carmine dove si svolge il concerto finale dei festeggiamenti per la Liberazione, alcuni compagni salgono sul palco per raccontare quanto appena successo riscontrando l’applauso dei partecipanti. Dopo le contestazioni al corteo per ricordare le foibe a Febbraio ed anche lì scontri con la polizia, ci rimane un 25 aprile di resistenza anomalo ma carico di significato e di prospettiva per la citta’ di Cagliari, abituata a subire in silenzio l’onta di veder sfilare i fascisti. ( http://the-stobados.noblogs.org/post/2009/04/26/25-aprile-di-resistenza-a-cagliari.-la-polizia-carica-gli-antifascisti-reggono. )

e
Sono le cinque del pomeriggio quando una cinquantina di compagni raggiunge piazza Gramsci, punto d'arrivo della manifestazione indetta da tutte le sigle della destra cagliaritana e autorizzata dal Prefetto. Ad attendere gli antifascisti circa cento poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. Già in prossimità della piazza scattano i controlli e le identificazioni. Vista l'impossibilità ad assemblarsi nella piazza antistante la via Sonnino, i compagni decidono di spostarsi nella vicina Piazza Costituzione. Da qui, in circa centocinquanta, si dirigono nuovamente verso la Piazza Gramsci, intenzionati a contrastare la lugubre marcia dei fascisti che sfilano per commemorare i caduti della R.s.i e chiedere l'abolizione del 25 Aprile. Sono circa le 18 e i fascisti stanno per muoversi dalla Piazza Garibaldi, distante circa mezzo chilometro dal luogo in cui si trovano i resistenti. In quel momento, dalla piazza Gramsci, una quarantina di poliziotti e diversi blindati avanzano lentamente verso i compagni. Quando questi ultimi sono "a vista" scatta la carica a freddo: negli ultimi trenta metri i poliziotti si scagliano contro i manifestanti che riescono, comunque, a resistere per svariati minuti alla pressione delle forze dell'ordine. Letta la situazione, alcuni cittadini scendono dai palazzi per frapporsi tra la polizia e i manifestanti aggrediti. Intanto i manganelli hanno causato lesioni a cinque, uno di questi ha riportato la frattura del setto nasale. A questo punto i compagni decidono di spostarsi in corteo, non autorizzato ( come non era autorizzato il presidio delle cinque visto che la piazza era già stata 'promessa' ai fascisti ), verso la Piazza del Carmine dove stasera si festeggerà la Liberazione. Un corteo, peraltro, molto ben riuscito sul piano della comunicazione. Quando i resistenti si trovano nella via Roma, i fascisti avanzano per la via Sonnino in direzione del monumento ai martiri delle Foibe, a loro tanto caro, dove di fatto hanno poi deposto un cippo per commemorare i repubblichini. In circa centocinquanta, arrivati da tutta la regione, hanno marciato con i loro tricolori e le loro aquile grazie alla connivenza delle istituzioni locali. Da notare come nessuna sigla specifica sia stata mostrata a favore di uno striscione unitario "Onore ai caduti della RSI". Una tetra e cupa aria di morte e tristezza è scesa su quella zona del centro di Cagliari. Un primo bilancio della situazione porta a dire due cose: innanzitutto c'è stata una forte reazione da parte degli antifascisit* cagliaritani che hanno provato in tutti i modi a contrastare quella che è da considerarsi una vera e propria marcia della vergogna, riuscendo infine a portare la propria voce per le strade della città. In secondo luogo è da sottolineare come, da due anni a questa parte, i fasci del capoluogo sardo non si accontentino più di sventolare i simboli dell’infamia inscenando un presidio statico presso la Basilica di Bonaria come era loro abitudine. E questo è un dato su cui riflettere. Insomma, il 25 Aprile a Cagliari è stato due cose al contempo: una pagina nera e una giornata di resistenza. ( http://www.osservatoriorepressione.org/2009/04/cagliari-la-polizia-carica-gli.html )

venerdì 24 aprile 2009

....Resistenza!

Visto che domani siamo alla manifestazione....un piccolo esempio di cosa non dovremmo dimenticare...ci pensa Ascanio Celestini:

mercoledì 22 aprile 2009

25 Aprile! tutti in piazza!

Anche Entula Arrubia parteciperà alla manifestazione del 25 Aprile. ecco il nostro volantino:

lunedì 20 aprile 2009

Pecora Nera numero 8

Salve a tutti, ecco in "perfetto orario" il vostro giornale preferito con qualche modifica nello stile. Ho inserito nel file che scaricherete un font (carattere) utilizzato nella nuova impaginazione, inseritelo nell'apposita cartella dei caratteri per una visualizzazione corretta del giornale.
E ora eccovi l'editoriale:

Le regole son fatte per essere infrante...
Le elezioni studentesche sono passate. Ci sarà chi vi parlerà dei giorni precedenti, chi vi parlerà dei giorni successivi e quindi dei risultati delle stesse, ma io vi parlerò proprio di questi due fatidici giorni, del primo e del secondo giorno di Aprile, data in cui si sono svolte le elezioni. Ma, prima di tutto, è bene rendere noto il contenuto del secondo comma dell'articolo 11 del regolamento per le elezioni delle rappresentanze degli studenti, che recita: "Durante le elezioni è vietata ogni forma di propaganda". Una frase semplice, veloce e che non può essere soggetta ad interpretazioni. Almeno così parrebbe a chi vi scrive. Evidentemente, però, molti candidati non avevano ben letto il regolamento oppure lo avevano interpretato in maniera differente/errata. Ma, dopo tutto, le regole son fatte per essere infrante...sicuramente quando ci fa comodo. Nel polo giuridico-economico eravamo ben consci che tale problema si sarebbe potuto verificare, già forti dell'esperienza di qualche studente "anziano" nelle scorse elezioni studentesche. Così, in questi due giorni, quasi tutti i membri di Entula Arrubia e della Poderosa si sono adoperati per vigilare il rispetto dell'articolo 11. Missione assai ardua quando tutte le altre liste -esclusa Università Futura- facevano in modo di aggirare o non rispettavano in maniera evidente la semplice e chiara norma. Alcuni degli stessi candidati di Unica 2.0, che a quanto pare in altre facoltà si sono mobilitati per il rispetto dell'articolo, nel nostro polo andavano in giro con la magliettina della loro lista, quasi a voler fare fessi tutti gli altri. I vostri prodi, nel mentre, andavano in giro su e giù per tutta la salita, con dei cartelli che ricordavano ai più sprovveduti i contenuti dell'articolo 11. Ma i colleghi di Unica 2.0 sono stati degli angioletti paragonati ai candidati di UxS, che non solo accompagnavano la gente ai seggi -che ormai sembra una pratica così comune da non potersi neanche lamentare- ma volantinavano senza pudore lungo la via. Il punto di non ritorno questa lista l'ha raggiunto quando, alcuni dei suoi membri, sono stati colti a distribuire volantini di Università Futura per screditarla, visto il loro comportamento ineccepibile durante quei giorni -è dura dover rendere merito ai fasci-. Naturalmente, i ciellini non potevano tollerare che il fondo lo toccasse solo UxS, quindi, da bravi pionieri dell'irregolarità elettorale, hanno chiamato rinforzi da tutta l'isola per aiutare i Nostri ad accompagnare studenti ignari e disinformati a votare la loro birra preferita. Le due giornate di fuoco si sono chiuse con tanti incazzi e pochi provvedimenti presi da parte dei presidenti di seggio che, nella maggior parte dei casi, preferivano tenere una benda sugli occhi. Se non credete a ciò che avete letto oppure vi maledicete per esservi persi un tale spettacolo non temete, non dovrete aspettare altri tre anni per verificare o rimediare, vi basterà aspettare qualche mese, quando, durante le elezioni dei rappresentanti degli studenti per i consigli di corso, si ripresenterà tutto da capo.


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sabato 18 aprile 2009

La Francia fa sempre sul serio....

da ansa.it:

PARIGI - Dopo i sequestri di manager aziendali, 'colpevoli' di procedere a licenziamenti e a chiusure di fabbriche, compaiono in Francia altre forme di lotta operaia dura, estrema: dipendenti di Erdf e Grdf, filiali di Edf e Gdf - gli enti pubblici dell'elettricità e del gas - in sciopero da tre settimane per aumenti salariali, tagliano con azioni selvagge e improvvise luce e gas a migliaia di case. I sindacati, come nel caso dei sequestri di manager, tendono a capire e a giustificare. Dura invece la reazione del premier Francois Fillon: questo è "sabotaggio". Giovedì scorso sono stati 66.500 i clienti privati di luce, "in un momento o l'altro della giornata" - hanno detto i sindacati - e 9.160 quelli che non hanno avuto gas per riscaldamento e cucina.

Ad essere colpiti dai black out sono in particolare sedi di ministeri, amministrazioni pubbliche e imprese, ma anche le famiglie, ammettono le organizzazioni sindacali. Ieri i tagli sono stati minimi, ma dovrebbero riprendere con forza e intensità martedì e giovedì, giorni in cui sono previste iniziative di mobilitazione e lotta degli operai. Non c' entra niente con queste azioni, hanno riferito i sindacati, l'interruzione d'energia, durata martedì scorso una quarantina di minuti, all' ospedale di Douai, nel nord del Paese, dovuta invece a un problema tecnico dei gruppi elettrogeni. "Il taglio del gas è un rubinetto che si chiude, quello della luce delle leve che si abbassano", in una delle centinaia di cabine di alimentazione, spesso poco o per nulla controllate, spiega una fonte sindacale. Il taglio di luce e gas è "un'arma forte - dice il sindacalista di Force Ouvriere, Max Royer - che non abbiamo utilizzato da diverso tempo e della quale ci serviamo con precauzione".

venerdì 17 aprile 2009

Due righe sul terremoto in Abruzzo

Solo due righe, anche se in ritardo, necessarie:

Il terremoto che ha distrutto L'Aquila e dintorni ha giustamente colpito tutti. E' sicuramente il momento della solidarietà, in cui ognuno deve fornire il suo aiuto come può. Ci dicono però da giorni che è anche il momento di lasciare da parte "pretestuose polemiche", che è il momento dell'unità nazionale. Ma unità nazionale con chi? Con governi e amministratori locali (di entrambi i poli) che hanno permesso speculazioni edili e fatto affari con i costruttori? Con il governo che ha tagliato i fondi alla protezione civile e che col "Piano casa" voleva abbassare ulteriormente le misure di sicurezza nelle abitazioni?.. Decliniamo l'invito... Diciamo sì alla solidarietà e all'unità popolare, respingiamo la cosiddetta "unità nazionale" con gli speculatori e i loro amici!


giovedì 16 aprile 2009

Il lavoro ha pagato!

GRAZIE a tutti i colleghi e tutte le colleghe che nelle recenti elezioni del consiglio di facoltà hanno deciso di dare a Entula Arrubia il loro sostegno, di dare fiducia al progetto del collettivo e di premiarne il LAVORO di tutti questi anni, il RADICAMENTO e la PRESENZA nella facoltà.
Siamo orgogliosi di aver raggiunto il nostro risultato senza rinunciare a un briciolo della nostra identità: siamo stati l’unica lista palesemente schierata, palesemente di parte e non trasversale, tutta composta da MILITANTI della SINISTRA ANTAGONISTA. Ancora una volta il collettivo non ha rinunciato all’ ANTIFASCISMO e all’ANTILIBERISMO, ritenuti punti cardine non solo del nostro programma, ma di tutta la nostra azione politica, che va ben oltre il consiglio di facoltà.
Siamo altrettanto orgogliosi, e vogliamo sottolinearlo, della nostra AUTONOMIA: non siamo stati sostenuti da nessuna segreteria di partito, né dal sindacato, né tantomeno da movimenti religiosi o da associazioni finanziate dall’ERSU. Tutto il materiale elettorale è stato autoprodotto a autofinanziato: non avremo avuto i manifesti colorati, ma almeno il nostro programma e le nostre scelte non sono state condizionate dall’alto, ma prese in totale autonomia e con il metodo dell’ASSEMBLEARISMO e dell’APERTURA al dialogo dal BASSO, caratteristica che ci contraddistinguerà anche dopo le elezioni, grazie alle assemblee aperte che organizzeremo.
Un altro particolare che ci ha distinto dalle altre liste, e del quale siamo fieri, e stata la parità tra tutti i candidati, l’importanza data più al programma, al collettivo e al gruppo che ai singoli candidati; siamo stati gli unici a non avere capilista e nomi evidenziati nei volantini . Tutti i nostri voti sono stati volontariamente spalmati in tutta la lista e tutti i nostri candidati hanno raggiunto un risultato dignitoso, perché per noi i singoli rappresentanti sono solo dei portavoce di una collettività di studenti molto più ampia.
Purtroppo dobbiamo approfittare di questo comunicato anche per denunciare chi nella due giorni elettorale ha ripetutamente fatto propaganda elettorale, violando l’art. 11 del regolamento elettorale. Alcuni candidati e sostenitori delle liste UXS e ICHNUSA ( CL ) oltre che fermare gli studenti richiedendone il voto, distribuivano sfacciatamente il loro materiale elettorale all’uscita delle lezioni e in tutto viale Fra Ignazio, come dimostrano i verbali dei singoli seggi.
Per quel che ci riguarda, oltre che portare la voce degli studenti in consiglio di facoltà, continueremo, dal BASSO e ORIZZONTALMENTE:
· a lottare per un ‘UNIVERSITA’ PUBBLICA GRATUITA E DI MASSA e contro il nuovo ddl 1387, organizzando assemblee e mobilitazioni;
· continueremo a fare dell’università un luogo di cultura, organizzando iniziative come il cineforum;
· continueremo la nostra lotta in difesa degli spazi autogestiti;
· saremo presenti e manifesteremo il 25 aprile, contro ogni forma di fascismo.
RICORDIAMO CHE LE ASSEMBLEE DI ENTULA ARRUBIA SONO TUTTI I GIOVEDI’ ALLE 14.30 IN AULA STUDENTI..


ENTULA * ARRUBIA

Il Sulcis in ginocchio prova a rialzarsi.


Dal numero 6 di Pecora Nera:
Il Sulcis in ginocchio prova a rialzarsi.
Venerdì 13 marzo il Sulcis-Inglesiente si è fermato: 20mila cittadini sono scesi in piazza a Carbonia, aderendo allo sciopero generale indetto dalla Cgil-Cisl-Uil. Hanno partecipato perché la Provincia ormai sta per morire. Giovedì è accaduto un qualcosa che si poteva evitare. La chiusura definitiva, per mancanza di materie prime, di una delle maggiori fabbriche della zona: l'Eurallumina. Questa fabbrica trasformava la bauxite in ossido di allumina, il quale poi veniva trasformato in alluminio da un'altra fabbrica sempre della zona: l’Alcoa. L’alluminio che veniva prodotto nel Sulcis era puro al 98%, un prodotto perfetto, che andava ad alimentare il settore produttivo mondiale. Il suo proprietario è dal 2001 la Rusal, colosso russo primo produttore al mondo di allumina e alluminio. Con la crisi mondiale la richiesta di alluminio è calata notevolmente. Per poter diminuire le perdite, l’impresa russa ha deciso di non erogare più la fornitura di bauxite verso l'Eurallumina prima in modo massiccio, poi definitivamente. Dopo di che i proprietari sono completamente spariti, senza aprire un tavolo di trattative e senza pagare nessuno. Gli ammortizzatori sociali sono intervenuti mettendo in cassa integrazione i lavoratori stabili, gli altri sono stati mandati a casa. Questi ultimi 600 lavoratori , essendo turnisti, percepivano una retribuzione mensile di 1600€, ora ne percepiscono soltanto 750€. Molti di essi si trovano con mutui di 800€ sulla testa, immaginate la situazione. Ricordiamo che in campagna elettorale il nostro presidente del consiglio promise che avrebbe contattato il suo ‘Amico Putin’ e tutto si sarebbe poi risolto. Tant' è vero che, per mantenere questa promessa , non riceve i 13 sindaci della zona che da tempo presiedono davanti a Palazzo Chigi...ma non siamo cattivi, avrà impegni più importanti. E' anche vero che la speranza è l’ultima a morire infatti molti lavoratori della zona hanno creduto a tale affermazione dando il loro voto a Cappellacci. L’Eurallumina è l’unica fabbrica che ha definitivamente chiuso mentre le altre hanno ridotto la loro produzione del 50%, con il conseguente taglio del personale. Infatti i nuovi cassaintegrati sono 1000 tra Erallumina, Ottefal ,Alcoa e Portovesme srl, e parliamo di 750€ al mese; i quali si aggiungono ai già presenti 1300 che avranno una decurtazione della stessa del 40%, cioè 450€ mensili. Non solo, il Sulcis è la provincia con il più alto indice di denatalità in tutta Italia, muore più gente di quanto ne nasce e i giovani della zona scappano per l'impossibilità di trovare lavoro.
Gli abitanti inoltre, sono 130mila di cui: 24600 occupati , 24800 in cerca di occupazione., 30mila sono i pensionati ,51mila gli studenti medi . Il restante sono i c.d Senza Nome ,cioè inoccupati che non sono registrati in nessun centro di occupazione, e sono in costante aumento. La zona è stata definita ad alto rischio ambientale, perché queste grandi fabbriche hanno inquinato il territorio( si parla dei fanghi rossi) e i fondi creati dal governo Prodi, per risanare i terreni, 130mil€ di euro, sono stati eliminati dal governo Berlusconi La flotta della pesca Sulcitana (una delle più grandi nel mediterraneo) non porta ricchezza nel territorio, ma all’estero, senza contare poi che l’attività prevalentemente industriale ha prodotto una arretratezza agricola senza pari. La situazione è di gravissimo disagio, il Sulcis è al collasso, le politiche nazionali e regionali sono inesistenti. Per questo motivo 20mila cittadini della zona sono scesi in piazza per gridare la loro rabbia e ricordare al continente e alla Sardegna la loro esistenza. Anche una delegazione di universitari di Cagliari è scesa insieme a loro: lavoratori e universitari uniti nella disoccupazione. Oggi è iniziato qualcosa, il Sulcis è insorto: una presenza in piazza così massiccia non si vedeva da molto tempo. Continueranno le mobilitazioni dei lavoratori e dei cittadini, tante sono le famiglie che non arriveranno o che già non arrivano a fine mese, tanti sono i giovani che scappano dalla zona. Questo territorio dovrà essere valorizzato o rischierà il collasso definitivo.

mercoledì 15 aprile 2009

New York New York

Gli studenti in mobilitazione avevano occupato la New School al 65 della Fifth Avenue a New York, contro la politica aziendalista e di privatizzazione delle università del rettore Kerrey, così come di molte altre università americane. Intorno alle 11 la polizia ha fatto irruzione con manganelli e spray al peproncino caricando gli studenti, sgomberando la facoltà e arrestando 22 studenti, accusati di "burglary" furto con scasso probabilmente per essersi introdotti nella notte nell'edificio, altri di assalto, condotta contraria all'ordine pubblico, resistenza all'arresto e ostruzione all'amministrazione del governo, accuse dunque gravissime.
Il rettore Kerrey ha affermato che nessuno studente è stato picchiato nè colpito con spray al peproncino...vedere il video per credere: CLICCA PER VEDERE IL VIDEO

Una questione di tempo



Eh sì...era solo una questione di tempo...ed ecco anche gli ultimi sprazzi di satira che ci erano concessi da nostro invidiabile servizio pubblico venir cancellati di colpo. Vauro è stato cacciato da Annozero per una vignetta "lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti e in contrasto con i doveri del servizio pubblico"...il direttore generale della Rai Mauro Masi "ha sospeso in via cautelare il vignettista Vauro Senesi".
...
Salud'e trigu!

giovedì 9 aprile 2009

Sciopero virtuale

Scusate se in questo periodo il blog non è stato aggiornato, ma purtroppo tra elezioni, riunioni per il giornalino e altro il tempo è stato davvero poco. Inoltre volevo aspettare il risultato ufficiale delle elezioni per informare tutti coloro che leggono questo forum, ma bisognerà aspettare ancora un pò per questo, magari poi vi spiegherò bene il perchè....ora -anche un pò per scaramanzia- parliamo un d'altro, eccovi un bell'articolo sullo sciopero virtuale...a presto!

Lavoratori: preparate la fascia, arriva lo sciopero virtuale!
Che il governo fosse paladino della Carta Costituzionale è certo ma che addirittura riuscisse a tutelare due diritti costituzionali nello stesso provvedimento questo è veramente meraviglioso. Qualcuno sarà stupito, qualcuno esterrefatto, qualcuno magari incredulo, ma si tratta della pura realtà. Basta dare un’occhiata al sito del governo e verificare la notizia del 27 febbraio 2009: “Il Consiglio ha approvato il seguente provvedimento su proposta del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi: un disegno di legge per il conferimento al Governo di una delega diretta a realizzare un migliore e più effettivo contemperamento tra esercizio del diritto di sciopero e tutela dei diritti della persona e dell’impresa, entrambi tutelati dalla Costituzione; l’obiettivo principale del provvedimento è quello di dar vita, con specifico riferimento al settore dei trasporti e come previsto nella maggioranza dei Paesi industrializzati, a un sistema di buone relazioni nel mondo del lavoro basato su libertà e responsabilità, affidando a particolari percorsi di prevenzione dei conflitti (procedure di “raffreddamento”, conciliazione) lo sviluppo del diritto allo sciopero e delle relative prassi, evitandone un utilizzo abnorme. Tra i punti salienti della delega vi è la previsione della disciplina del ricorso all’istituto dello sciopero virtuale, che potrà essere reso obbligatorio per determinate categorie professionali che erogano servizi strumentali o complementari nel settore dei trasporti”. Ecco qua, come volevasi dimostrare, con un solo provvedimento il Governo è riuscito a tutelare due diritti nello stesso momento. Da una parte la tutela del diritto di sciopero e dall’ altra la tutela del diritto del cittadino a poter esplicare tutte le sue attività, senza che qualcuno lo possa impedire. Pensandoci bene, in effetti, ci capita spesso di sentire alle fermate degli autobus, durante le giornate di sciopero, qualche commento non troppo gradevole nei confronti degli autisti, cioè dei lavoratori in protesta. Probabilmente l’esecutivo ha voluto dar voce a queste persone e ha deciso di dar vita a questo provvedimento. Allo stesso tempo però, il Governo, si è dimenticato l’ accezione del termine sciopero, cioè la sospensione da parte del lavoratore della sua mansione con la conseguente creazione di disagio per l’ utenza, ossia per coloro che fruiscono dei servizi. Il tentativo è chiaramente quello di eliminare il disagio snaturando totalmente il valore dello sciopero. Il modo per fare ciò è lo “sciopero virtuale”, l’ ultima grande invenzione della destra, l’atto per cui il lavoratore dimostra di essere in sciopero indossando una fascia al braccio; ciò permette di cogliere in pieno il valore del detto “la botte piena e la moglie ubriaca”, ossia nessun disagio e allo stesso tempo i lavoratori in protesta. Alla faccia della coscienza di tutti i lavoratori e del coinvolgimento collettivo di tutti i cittadini nelle questioni socio-lavorative del Paese. Si tratta di un attacco frontale al diritto di sciopero, nascosto da una falsa volontà di tutela dei diritti dei cittadini per quanto riguarda, ad esempio, la libertà della circolazione del cittadino. L’ennesimo provvedimento del governo contro i lavoratori che ha, come chiaro obiettivo, la forte limitazione del diritto di sciopero e il ridimensionamento del ruolo dei sindacati, in un’ottica di forte scoraggiamento del lavoratore alla partecipazione attiva per la creazione della sua condizione di lavoro.

mercoledì 1 aprile 2009

Restiamo Umani

Oggi vi consiglio un libro....è strano ve lo consiglio ma non l'ho mai letto...lo sto ancora cercando, ma ve lo consiglio lo stesso, sono sicuro del suo valore. E' scritto da un uomo che stimo e seguo da parecchio tempo grazie al suo blog (guerrilla radio), si chiama Vittorio Arrigoni aka Vik, e così presenta anche nel suo blog il suo libro:

Cari Hermanos,
il nostro adagio "RESTIAMO UMANI" ,
diventa un libro.

E all'interno del libro il racconto di tre settimane di massacro,
scritto al meglio delle mie possibilità,
in situazioni di assoluta precarietà,
spesso trascrivendo l'inferno circostante su un taccuino sgualcito
piegato sopra un'ambulanza in corsa a sirene spiegate,
o battendo ebefrenico i tasti su di un computer di fortuna
all'interno di palazzi scossi come pendoli impazziti da esplosioni tutt'attorno.
Vi avverto che solo sfogliare questo libro potrebbe risultare pericoloso,
sono infatti pagine nocive, imbrattate di sangue,
impregnate di fosforo bianco,
taglienti di schegge d'esplosivo.
Se letto nella quiete delle vostre camere da letto rimbomberanno i muri
delle nostre urla di terrore,
e mi preoccupo per le pareti dei vostri cuori
che conosco come non ancora insonorizzate dal dolore.

Mettete quel volume al sicuro,
vicino alla portata dei bambini,
di modo che possano sapere sin da subito di un mondo a loro poco distante, dove l'indifferenza e il razzismo fanno a pezzi loro coetanei come fossero bambole di pezza.
In modo tale che possano vaccinarsi già in età precoce
contro questa epidemia di violenza verso il diverso e ignavia dinnanzi all'ingiustizia.
Per un domani poter restare umani.

I proventi dell'autore,
vale dire Vittorio Arrigoni,
me medesimo,
andranno INTERAMENTE alla causa dei bambini di Gaza sopravvissuti all'orrenda strage,
affinché le loro ferite possano rimarginarsi presto (devolverò i miei utili e parte di quelli de Il Manifesto al Palestinian Center for Democracy and Conflict Resolution, sito web:
http://www.pcdcr.org/eng/ , per finanziare una
serie di progetti ludico-socio-assistenziali rivolti ai bimbi rimasti gravemente feriti o traumatizzati ).

Nonostante offerte allettanti come una tournee in giro per l'Italia con Noam Chomsky, ho deciso di rimanere all'inferno,
qui a Gaza.
Non esclusivamente perché comunque mi è molto difficile evacuare da questa prigione a cielo aperto (un portavoce del governo israeliano ha affermato :"e' arrivato via mare, dovrà uscire dalla Striscia via mare"), ma soprattutto perché qui ancora c'è da fare, e molto, in difesa dei diritti umani violati su queste lande spesso dimenticate.

Non avremo certo gli stessi spazi promozionali di un libro su Cogne di Bruno Vespa o una collezione di lodi al padrone di Emilio Fede,
da qui nasce la mia scommessa,
sperando si riveli vincente.

Promuovere il mio libro da qui, con il supporto di tutti coloro che mi hanno
dimostrato amicizia, fratellanza, vicinanza, empatia.
Vi chiedo di comprare alcuni volumi e cercare di rivenderli se non porta a porta quasi, ad amici e conoscenti, colleghi di lavoro, compagni di università, compagni di
volontariato, di vita, di sbronza.
E più in là ancora, proporlo a biblioteche,
agguerrite librerie interessate ad un progetto di verità e solidarietà.
Andarlo a presentare ai centri sociali e alle associazioni culturali vicino a dove state.

Si potrebbero organizzare dei readings nelle varie città, (io potrei intervenire telefonicamente, gli eventi sarebbero pubblicizzati su Il Manifesto, sui nostri blog e aggiro per internet)
e questo potrebbe essere anche una interessante occasione per contarsi, conoscersi,
legarsi.
Non siamo pochi, siamo tanti,
e possiamo davvero contare,
credetemi.

Il libro lo trovate fin d'oggi nelle edicole con Il Manifesto,
e fra due settimane nelle librerie.

Confido in voi,
che confidate in me,
non per i morti
ma per i feriti a morte di questa orrenda strage.

Un abbraccio grande come il Mediterraneo che separandoci, ci unisce.

Restiamo umani.

vostro mai domo

Vik

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