lunedì 25 maggio 2009

Al cinema un "Che" uomo e rivoluzionario


"Che - L'argentino" e "Che - Guerriglia" sono le due parti del lungometraggio sul rivoluzionario argentino diretto da Steven Soderbergh, uscite al cinema a poche settimane di distanza l'una dall'altra. Non è certamente semplice fare un film su una delle icone più discusse della nostra epoca, ma si può dire che Soderbergh sia riuscito ad ottenere un buon risultato, senza scadere nella venerazione del Che, ben interpretato da un Benicio del Toro straordinariamente somigliante al personaggio. E' infatti questo uno dei maggiori pregi del film, dove il Che appare per ciò che era: un rivoluzionario, certo, ma pur sempre un uomo, con le sue debolezze, i suoi tratti idealistici, pragmatici e autoritari (come quando nella prima parte fa condannare a morte un traditore -scena che certo non piacerà ai portabandiera "sinistroidi" della non violenza-). "Che - L'argentino" parte dal primo incontro in assoluto con Castro e il manipolo di rivoluzionari che stavano progettando di rovesciare Batista, per arrivare a poco prima della presa de L'Avana, coronamento di una guerriglia vittorios. E' una prima parte molto interessante da un punto di vista cinematografico nonché quella più vicina alla definizione di "film-documentario", con un alternarsi di scene riguardanti la quotidianità dei guerriglieri nelle alture cubane e di parti in bianco e nero descriventi il viaggio del '64 a New York quando il Che parlò all'assemblea dell'ONU: impostazione questa che ricorda da vicino "JFK" di Oliver Stone. Le difficoltà della guerra di guerriglia sono parecchie e vengono certo evidenziate, ma il regista sottolinea maggiormente i successi ed il percorso trionfale di Fidel Castro e i suoi. Accade il contrario in "Che - Guerriglia" (basato sui diari di Bolivia), laddove dei maggiori leader del nuovo Stato è il solo Guevara ad abbandonare Cuba per recarsi in Bolivia e tentare di far scoppiare anche lì una rivoluzione, nelle sue intenzioni preludio alla sollevazione dell'intera America Latina. Qui le difficoltà sono subito maggiormente connotate, a partire dall'ostilità del Partito Comunista Boliviano e dalla diffidenza dei contadini del posto che i guerriglieri tentano invano di portare dalla loro parte (uno di questi -minacciato- passa dall'appoggiare i ribelli a dare importanti informazioni all'esercito consegnandoli di fatto la testa del nemico). La narrazione procede sulla scia di questi ostacoli, cui si aggiungono la scarsità di cibo e l'asma che non da tregua al Comandante, il quale per diversi tratti si trascina con grande fatica. Si arriva così alla cattura dello stesso Che da parte delle forze regolari boliviane: il simbolo della Rivoluzione cubana cade nelle mani del nemico, che fino ad allora aveva pubblicamente negato la presenza del rivoluzionario tra le montagne boliviane. Tenta invano di farsi liberare da un soldato, ma in ogni caso la sua condanna a morte è inevitabile e potrà permettere di infliggere un duro colpo al movimento rivoluzionario mondiale.
In definitiva, la pellicola sul Che è in sostanza ben riuscita ed è consigliata a chiunque voglia conoscere alcune delle vicende di un rivoluzionario troppe volte relegato (come spesso capita ai grandi rivoluzionari) al ruolo di simbolo sterile ed inoffensivo.

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