martedì 13 ottobre 2009

Unione Sarda e Mistretta


Mistretta ha concluso il suo (per fortuna) ultimo mandato e l'Unione Sarda lo ricorda con un pompino davvero degno di nota! Anche il vecchio ucello del ex-magnifico se pur incacrenito avrà sentito un certo solletichio...

Lo studente al centro dell'Università
Quando la giornalista Ilaria D'Amico inviò una troupe televisiva per svolgere un'inchiesta e cercare di capire le cause (e le possibili magagne) di una lunga permanenza in carica, il Rettore Mistretta la accolse con affabilità. Accompagnò le telecamere alla Cittadella Universitaria, ricevette gli intervistatori in Rettorato, non nascose nulla, anzi molto esibì con una certa compiaciuta e (auto)ironica civetteria.
Significative le immagini girate nella Cittadella, non solo per l'imponenza della realizzazione, ma soprattutto perché ovunque il Rettore si spostasse, accompagnato dagli intervistatori e dalle macchine da presa, era accolto da studenti e docenti che gli andavano incontro per salutarlo, con cordialità interamente corrisposta. Rientrato nel suo studio, Mistretta spiegò come era formato il corpo elettorale, docenti, studenti, personale amministrativo: gente esperta, capace di valutare il pro e il contro, di formare una decisione responsabile. "Mi eleggono", disse. Voleva far comprendere che la lunghezza del mandato si spiegava con il consenso ottenuto nel corso degli anni e riconfermato a ogni elezione. Poi guidò le telecamere in Aula Magna e mostrò una lapide che aveva fatto murare e nella quale, in lingua latina, vengono illustrati i fasti della sua gestione rettorale: una bonaria sfida agli intervistatori. Il servizio trasmesso e il successivo dibattito in studio si conclusero in modo sostanzialmente positivo per l'immagine dell'Ateneo cagliaritano e del Rettore che lo aveva governato.
Certo, si potrebbe poi obiettare che, comunque, una buona regola della democrazia è quella che prevede mandati brevi, rinnovabili una sola volta: questo per ogni carica pubblica. Ma personalmente vorrei anche sperare che tutti i rettori - e in genere tutti gli amministratori - possano portare a termine gli incarichi ricevuti avendo all'attivo nel proprio bilancio quel che a Mistretta viene riconosciuto: aver guidato l'Università in un periodo difficile, segnato da profonde trasformazioni, quando molti navigavano a vista e senza avere visioni strategiche; aver dotato l'Ateneo di strutture significative; aver sviluppato i rapporti con la società civile e posto al centro dell'attività universitaria la figura dell'utente: ovverosia lo studente.
In più aggiungerei, ribaltando l'accusa che gli è stata rivolta di gestione "amicale", ha tenuta aperta la porta a tutti, agli studenti e ai loro genitori, al personale amministrativo, ai docenti: per i problemi di ciascuno cercando una soluzione, e molte volte trovandola. Sempre con una parola sdrammatizzante e positiva; in controtendenza, rispetto al mondo concitato e violento in cui sempre più ci troviamo immersi.
Speriamo che le attuali e difficili situazioni economiche ci consentano di conservare queste qualità.

Nessun commento:

Posta un commento