martedì 4 agosto 2009

Pecora Nera n13


Ecco a voi il prodotto della fatica di luglio...l'instancabile redazione va avanti....anche se con qualche intoppo...
Eccovi l'editoriale e subito a seguire il giornale scaricabile:

E GLI ABBRUZZESI?
BARACK OBAMA "Grazie per la straordinaria ospitalità. L'Aquila sarà ricostruita, la coraggiosa gente di questa città sarà sempre nel nostro cuore".
MICHELLE OBAMA "Ci avete dato l'esempio di come reagire alle tragedie. Sono molto commossa. io e mio marito siamo molto colpiti da quello che stiamo vedendo e cercheremo di fare tutto il possibile per sostenervi".
Leggendo queste dichiarazioni di mister e miss America non possiamo che commuoverci e ringraziare a nome dell’Italia tutta e degli Abruzzesi nello specifico per la straordinaria idea del nostro primo ministro di tenere il G8 nel capoluogo abruzzese. Ma con la solita diffidenza che contraddistingue questo giornale mi soffermerei un attimo e cercherei di capire cosa si cela dietro tanto buonismo e ottimismo. Mi domanderei come realmente hanno accolto il G8 la popolazione che quella tragedia la hanno vissuta sulla pelle e non attraverso i giornali, mi domanderei come mai nella maggior parte delle immagini che le televisioni trasmettevano dall’Aquila raramente, se non quando sapientemente studiato, si intravedeva quella stessa popolazione, insomma mi domanderei: dove erano gli abruzzesi? Nonostante l’informazione sia stata filtrata dalle migliori menti dell’enturage del governo italiano qualche risposta alle mie domande me la sono potuta dare. La popolazione abruzzese già frustrata dalle calamità naturali ha dovuto subire un'altra calamità stavolta umana. Per garantire la sicurezza e un adeguata organizzazione degli spazi il governo ha dovuto restringere la libertà di movimento degli abruzzesi, per garantire l’accoglienza ai vari primi ministri famiglie e collaboratori ha dovuto utilizzare spazi sottraendoli alle destinazioni che più si addicevano ad un territorio terremotato. Così mentre la creme dei vertici mondiali venivano accolti senza dover rinunciare alle comodità che gli si addicono, la popolazione non solo continuava a vertere in situazione disagiata ma ha dovuto subire un ulteriore limitazione alla propria azione individuale.
Credo che sia doveroso mettere in luce tale problematica emersa non solo per una questione di umanità ma anche perché ritengo obbligatorio evidenziare l’enorme contraddizione che ha contraddistinto questo G8 ancor più degli altri summit.
Se già l’istituzione stessa del G8 è una contraddizione di per se dove 8 capi di stato decidono le sorti di un intero pianeta e dove si discutono questioni con l’intento sbandierato di dare aiuto ai così detti paesi del terzo mondo senza che questi siano presenti o se presenti con un potere decisionale pari a zero, il G8 del 2009 ha l’aggravante di aver sfruttato un territorio già frustrato con l’esplicito intento di metterlo sotto i riflettori mondiali evitando così che tale disastro venga dimenticato, ma causando implicitamente un ulteriore danno a quello stesso territorio. Credo che tale idea non abbia niente a che fare con l ‘intento che è stato esplicitato. Sicuramente si trattava di pubblicità ma non per l’ Abruzzo ma ancora una volta dell’ ego smisurato, e purtroppo per noi in continua ascesa, di quel piccolo e buffo ometto che con nostro grande dispiacere ci governa.

PECORA NERA N13

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