mercoledì 3 giugno 2009

Pecora Nera numero 11

Ecco il nuovissimo numero di Pecora Nera pronto da scaricare, ed eccovi l'editoriale:

Capitalismo: storia di un sistema fallimentare
Era l’agosto del 1991 quando, dopo settant’anni circa di vita, crollava l’URSS in seguito al fallimento del Putsch di Mosca e alla realizzazione del piano riformatore voluto da Gorbacev e appoggiato da Eltsin -probabilmente coadiuvato dalla CIA-. Ѐ diventato impossibile, da allora, tenere conto delle infinite lodi e delle dichiarazioni di presunta superiorità del capitalismo formulate dagli ideologi (la gran parte dei quali nei libri paga dei padroni) di questo stesso sistema: si è gridato alla fine della Storia e della lotta di classe, si è eletto il capitalismo a sistema perfetto e definitivo, si è sancito il dominio eterno del libero mercato e del profitto.
Dopo quasi vent’anni sono le continue guerre, privazioni e crisi periodiche a dimostrare che questi giudizi sono quantomeno azzardati se non del tutto falsi e velleitari, dato che alla prova dei fatti il sistema capitalista si è dimostrato completamente incapace di offrire al genere umano il benessere e la stabilità che prometteva e di cui pretende tutt’oggi di farsi unico portavoce. Proviamo ora a chiederci: cos’è il capitalismo? Fondamentalmente, è un sistema socio-economico basato sulla proprietà privata dei mezzi di produzione, controllati da una minoranza che sfrutta la forza-lavoro della stragrande maggioranza della popolazione con l’unico obiettivo di ricavarne del lauti profitti. E tentiamo poi di chiederci: può questo processo realizzarsi in modo pacifico e soddisfare i bisogni collettivi? Bisogna chiaramente affermare che no, non è così, e tutto lo sviluppo storico dalla prima metà dell’800 ad oggi non fa che confermare ciò. Il conflitto è infatti inevitabile in ogni tipo di società divisa in classi, essendo insito nella sua stessa natura. Assistiamo a lotte di classe quando i governi varano leggi e leggine che attaccano i lavoratori (vedere ad esempio l’attuale attacco al contratto collettivo in Italia); assistiamo a lotte di classe quando i lavoratori stessi si organizzano per ribellarsi a tali attacchi (come è accaduto e sta accadendo praticamente ovunque in questi mesi); in fondo assistiamo a lotte di classe anche quando il conflitto appare spostato su altri fronti differenti da quello prettamente produttivo, come ad esempio le guerre con le quali i predoni imperialisti di tutto il mondo si contendono le zone e le risorse del pianeta (i conflitti in Iraq e Afghanistan sono solo i più recenti fra i tanti). Tutti questi sono solo alcuni dei sintomi presentati da un sistema socio-economico in putrefazione, che si presenta oggi più che mai come un vero e proprio muro di gomma. Sono proprio le lotte dei lavoratori, tanto svilite a destra quanto tradite da certa sinistra, a rappresentare la reale forza di cambiamento che può ambire ad abbattere questo muro, sulle cui macerie sia possibile edificare un nuovo modello di società. Una società basata sulla cooperazione e non più sulla concorrenza, sul collettivismo e non sull’individualismo, sulla solidarietà e non sull’egoismo: è questa l’unica via realisticamente perseguibile per evitare che l’umanità continui a sprofondare nella barbarie più totale. Il capitalismo è in affanno in ogni ambito: politico, militare, sociale ed economico. Così come ogni sistema in decadenza è stato storicamente superato, così non può che essere per l’attuale sistema dominante, checché ne dicano i suoi sostenitori ed ideologi.



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